Urban Girls

Urban Girls #7 – L’8 anche oggi: connettersi per il cambiamento

L’8 anche oggi” è un festival artistico e culturale, indipendente e autogestito, nato nel 2024 per celebrare le donne e la comunità transfemminista. Attraverso diverse forme d’arte e momenti di incontro e riflessione, l’evento vuole sensibilizzare sul tema della parità di genere e contrastare la violenza di genere.

L’intento è offrire uno spazio sicuro dove chiunque possa sentirsi liberə di esprimere un’idea di bellezza che diventa anche gesto di partecipazione e resistenza. Un luogo inclusivo che fa dell’arte un mezzo per rivendicare una società più equa — non solo l’8 marzo, ma ogni giorno.

Aperto a tuttə, con particolare attenzione a chi si riconosce nel ruolo di artistə, il festival vuole essere un punto di riferimento per il quartiere Barona, coinvolgendo giovani, abitanti, associazioni e realtà che da tempo si impegnano su questi temi.

Ho incontrato questo collettivo quasi per caso, per quelle strade oblique che a volte la vita ti fa percorrere. Conoscevo già JessicaLonny, come la chiamano tuttə — da qualche anno. Ci eravamo incrociate più volte agli eventi Hip Hop di Milano, tra palchi e sottopalchi, e ci univano alcune amicizie comuni. Poi, di recente, è arrivata Viola, la mia coinquilina, che ha iniziato a collaborare ai loro progetti. È stato in quel momento che la mia curiosità ha preso forma.

8

Bastano poche parole con queste ragazze per percepire qualcosa di raro: una vibrazione autentica, una potenza collettiva che si muove in nome dell’arte, della consapevolezza e del cambiamento. Donne capaci di trasformare emozioni e visioni in azioni concrete. Di generare spazi di comunità dove arte e pensiero diventano strumenti per educare, incidere, lasciare una traccia. E soprattutto, condividere.

Questa forza non appartiene a tuttə. Ma loro ce l’hanno. E la sanno far brillare.

Adesso vi presento le straordinarie componenti del collettivo “L’8 anche oggi” : cinque artiste e progettiste attive nel terzo settore, unite dalla passione per l’arte in tutte le sue forme e da un forte impegno transfemminista.

Jessica Moscaritolo, in arte Lonny, è docente presso un Liceo Artistico. Il suo lavoro attraversa le arti figurative, i linguaggi multimediali, le arti performative e il suono.

Lonny

Martina Legovic, alias Tebra, è un’artista eclettica che si muove tra circo, teatro, rap, street art, illustrazione e sartoria.

Tebra

Martina Rubini, conosciuta come Luna, è una street artist che porta i suoi colori dalle strade ai contesti educativi, attraverso laboratori di pittura rivolti alle scuole.

Luna

Matilde Sergio è project manager, laureata in filosofia e specializzata in management per l’arte e la cultura.

Viola Lo Monaco è insegnante di arte e immagine nella scuola secondaria di primo grado, arteterapeuta e co-fondatrice dell’associazione APS Zona Blu.

Insieme formano una realtà vibrante e multidisciplinare, capace di fondere visione artistica e impegno sociale in progetti dal forte impatto culturale.

Ma perché sono qui a parlarvi di “L’8 anche oggi”?

Dopo il successo della prima edizione nel 2024, il festival “L’8 anche oggitorna a Milano il 5 luglio 2025 presso il Barrio’s e Piazzale Donne Partigiane, confermandosi come un punto di riferimento per chi crede in una cultura transfemminista inclusiva e partecipata.

Il festival intreccia arte, educazione e attivismo attraverso un fitto programma: street art, laboratori, incontri, musica e installazioni partecipative.

Grazie alla vincita del bando “100 idee – Se non c’è lo facciamo”, l’edizione 2025 si rafforza coinvolgendo nuovi partner e aprendo una campagna di crowdfunding con Produzioni dal Basso. Il ricavato sarà interamente devoluto a Cerchi d’Acqua, storico centro antiviolenza milanese, e contribuirà a sostenere percorsi educativi sulla parità e la violenza di genere nelle scuole del quartiere Barona, dove il progetto ha preso vita.

Il cuore del festival batte forte già dalla mattina, con 17 street artist all’opera sui muri del Barrio’s. Nel pomeriggio si svolgeranno:

Laboratori artistici per ogni fascia d’età a cura di Accademia dei Piccoli Artisti, Ass. Zona Blu e Circoliamo

Open canvas guidato da tre artiste, con opere che saranno poi vendute in un’asta digitale

Installazioni artistiche partecipative, come quella della data designer Ilaria Marzano

Esposizioni multimediali a cura del Liceo Artistico Boccioni

Postazioni informative su servizi dedicati a giovani e donne

A partire dalle 18.30 il festival ospita due incontri-dibattito: uno sulla salute femminile, uno sulla mascolinità non patriarcale. In chiusura, dalle 20.30, la piazza si trasforma in un’arena sonora con 18 musicistə e dj femminili che faranno vibrare il Barrio’s fino a notte fonda. Previsto anche un open mic aperto a tuttə.

Un cambiamento che parte da qui

L’8 anche oggi” non è solo un festival. È un atto politico, un gesto di resistenza creativa e un invito a immaginare una società più giusta attraverso l’arte. Perché ogni forma educativa può essere lo strumento per decostruire stereotipi e generare nuovi immaginari condivisi.

Quindi vi aspetto numerosə! IL 5 LUGLIO AL BARRIO’S, DAJE!

Dopo questa lunga premessa, necessaria per raccontare la forza e l’originalità di questo progetto, è arrivato il momento di passare alla voce diretta di chi lo rende possibile. A seguire, l’intervista a Matilde, una delle componenti del collettivo, con cui abbiamo parlato di arte, attivismo e trasformazione sociale.

Sono felice di aver dato il mio piccolo contributo per far conoscere questa realtà. Buona lettura!

Qui il link per contribuire alla raccolta fondi per Cerchi d’Acqua

“L’8 anche oggi” è nato nel 2024: qual è stata la scintilla che vi ha portate a creare questo evento?

Matilde: Tornavamo dalla manifestazione dell’8 marzo, e ci chiedevamo quanto sarebbe stato bello creare un evento che celebrasse le donne non solo in quella data.

Un festival artistico tutto al femminile, per rappresentare lə artistə e la comunità transfemminista in tutta la sua espressività. Da qui il nome dell’evento, che è anche il nome del nostro collettivo.

Quali sfide avete affrontato nella prima edizione e come avete visto evolvere il progetto nel 2025?

M: Inizialmente doveva essere un evento piccolo, quasi tra amicə. Ma poi abbiamo ricevuto talmente tante risposte entusiaste che ci siamo fatte prendere la mano.

Alla prima edizione hanno partecipato oltre 50 tra street artist, musicistə, pattinatricə attivistə, professionistə, e non è stato semplice gestire un evento così grande da volontarie, con la ferma intenzione di provvedere quantomeno ai rimborsi spese di tuttə le partecipanti.

Quest’anno siamo riuscite a creare un evento più strutturato, anche grazie alla vincita della call 100 idee, e ad attivare una campagna di raccolta fondi per Cerchi d’Acqua, storico centro antiviolenza di Milano che ci sostiene dalla prima edizione.

Perché avete scelto il quartiere Barona come punto di riferimento per l’iniziativa?

M: Perché è sempre stato un punto di ritrovo per tutte noi, e in particolare proprio Piazzale Donne Partigiane e Barrio’s live, sono un centro di arte e di cultura underground che rappresenta un punto di riferimento per lə ragazzə del quartiere.

Luna ha anche dipinto insieme a diverse altre street artist partecipanti il grande murale dedicato alla resistenza femminile che ha dato un nuovo volto al Piazzale nel 2019.

In che modo l’arte può diventare uno strumento di lotta contro la violenza di genere e per la parità?

M: I linguaggi dell’arte, e in particolare della street art e dell’hip hop possono essere un potente strumento educativo per raggiungere lə ragazzə che hanno poco supporto nell’approcciarsi a questi temi.

Trovando un linguaggio comune è possibile visualizzare, problematizzare ed esprimere ciò che normalmente non emerge. E riconoscersi in qualcosa di bello, per cui vale la pena lottare insieme.

Ci sono opere o performance che hanno avuto un impatto particolare sul pubblico?

M: I concerti hanno creato un clima bellissimo, perché hanno riattivato o creato nuove connessioni tra lə artistə partecipanti, che hanno iniziato a collaborare insieme proprio dopo il festival.

L’open canvas è un’iniziativa molto inclusiva: avete già ricevuto idee o contributi significativi per questa edizione?

M: Abbiamo ricevuto tante proposte, anche di uomini, e ne siamo felici perché le opere verranno messe a disposizione della raccolta fondi come ricompense per sostenere Cerchi d’Acqua.

I lavori saranno coordinati dalle artiste Inkgrata e Ileana Minotti e parteciperanno anche studentə della Casa dei colori di Olgiate.

Come vi siete conosciute?

M: Possiamo dire che il centro di tutto, del progetto come della nostra amicizia e collaborazione è Luna, street artist basata in Barona, che ha avuto l’idea di unire le forze e creare dal nulla un evento bellissimo. Anime belle ne attirano altre.

Quali sono le reazioni delle persone del quartiere? Il festival ha già lasciato tracce durature nella comunità?

M: Speriamo di raccogliere una buona partecipazione anche quest’anno! E stato molto bello ricevere supporto sul palco dai ragazzi del quartiere e anche nell’organizzazione, anche da parte dei volontari di Comunità Nuova.

Avete notato un aumento dell’interesse da parte delle nuove generazioni rispetto ai temi che trattate?

Molte di noi sono docenti, e siamo convinte che ci sia molta più consapevolezza dei problemi della parità di genere, ma solo per certe categorie di ragazzə.

La percezione di cosa sia e non sia violenza tra lə più giovanə rimane inquietante, e questo è testimoniato anche dal continuo abbassamento dell’età delle vittime di violenza.

Quali percorsi educativi nelle scuole pensate siano fondamentali per combattere gli stereotipi di genere?

M: È fondamentale attivare percorsi di educazione emotiva, sessuale e di genere, che sono inseparabili per contrastare gli stereotipi che sono anche alla base della violenza.

A partire dai più piccoli, toccando i temi dell’identità, del rispetto per l’altro, della comunicazione non violenta, del consenso.

Quali sono i vostri sogni per il futuro del festival? C’è un progetto che vi piacerebbe realizzare nei prossimi anni?

M: Ci piacerebbe crescere, fare rete con altre realtà simili alla nostra, che stanno nascendo in tutta Italia, e fare sì che il festival diventi il momento di restituzione di attività educative svolte nelle scuole durante l’anno.

Coinvolgendo le professionistə di Cerchi d’Acqua, come proveremo a fare insieme nel prossimo anno scolastico, ma anche le artistə stessə nella realizzazione di percorsi che abbiano come tema centrale l’educazione alle tematiche di genere.

Il crowdfunding è un aspetto centrale di questa edizione: quali risultati sperate di ottenere?

M: Speriamo di poter sostenere Cerchi d’Acqua nella ricerca di una nuova sede, che rischia di perdere a causa dell’aumento degli affitti a Milano, e di poter sostenere la realizzazione di una prima sperimentazione di percorsi laboratoriali nelle scuole primarie della Barona.

Si tratterebbe di una prima collaborazione, che ci piacerebbe conducesse a una progettualità strutturata per i prossimi anni.

Se doveste descrivere “L’8 anche oggi” con una sola parola, quale sarebbe?

M: Difficile, ma diremmo “Connessione” per le nuove reti di collaborazione che ha fatto nascere nuove tra artistə, attivistə e volontariə che si sono conosciutə proprio durante il festival.

Grazie mille ragazze. Complimenti per il vostro preziosissimo contributo all’interno della società. In bocca al lupo per tutto e buon lavoro!

Foto di Francesca Bruschi e Walls of Milano

Claudia La Disagiata

Claudia Sciacca Aka La Disagiata, nasce a Catania sotto una buonissima stella del Leone. Cresce grazie al buon cibo siculo che le donano bellezza e cultura. Figlia di due medici, si occupa fin da piccola dei problemi altrui, dedicandosi ai rapper della propria città come una psicologa, perché “stanno malissimoh“. Si laurea all’accademia di Belle Arti di Brera grazie alla formidabile venerazione per tutti i santi che cita durante le giornate più dure. Vive a Milano con molta fatica perché fa diversi lavori, ma sicuramente non ha un lavoro serio. Scrive per ritrovare l’orgoglio smarrito” come Mària de Il divano scomodo di Maccio Capatonda.

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2 Commenti

    1. Grazie mille Elia! Bisogna sempre fare la cosa giusta, supportare gli altri nei loro percorsi per il miglioramento della società. Io ci credo

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