Interviste

"Perdonatevi, piangete, ma non diventate indifferenti". GRAFENE: il nuovo disco di Price e l'intervista.

Grafene: alla scoperta del nuovo disco di Price

“Grafene”, il nuovo disco di Price, uscito Venerdì 17 Gennaio 2025, è un viaggio emotivo che conferma l’evoluzione dell’artista, sia dal punto di vista personale che musicale. Anticipato dai singoli Zion (Giugno 2024), Meridiani (Settembre 2024) e Vipere (Gennaio 2025), l’album esplora temi universali come la vulnerabilità, la lotta contro il giudizio e la ricerca di un posto sicuro, dove si può essere autentici senza paura di mostrarsi fragili. Sin dal primo ascolto, Grafene si presenta come un’opera che si nutre di una profonda introspezione e di una consapevolezza maturata nel tempo.

Oggi andremo alla scoperta di questo album, disponibile già da Venerdì 17 Gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali. A quattro anni di distanza dal suo debutto con Catarsi, il rapper della provincia di Frosinone, classe ’97, torna con un progetto maturo e ricco di sfumature. Abbiamo scambiato due chiacchiere con lui: trovi l’intervista a fine pagina.

La descrizione di Grafene

Price descrive Grafene come un “luogo” dove il tempo rallenta, i sentimenti non vengono considerati una debolezza e la musica diventa la voce di chi ha trovato forza nelle proprie imperfezioni. Un “luogo” in cui la vulnerabilità, appunto, non è un difetto ma un valore umano da celebrare. È proprio questa la visione che emerge in ognuna delle tracce: la capacità dell’artista di rendere il suo mondo emotivo tangibile e universale è una delle forze trainanti del progetto. Ed è proprio questa autenticità, infatti, a permeare tutte le 10 tracce dell’album: testi che scavano a fondo nei sentimenti, sound ricercato e collaborazioni con produttori fidati e artisti che hanno segnato il percorso del rapper. Il titolo stesso, Grafene, richiama le “linee sottili” – fragili ma resistenti – che definiscono le storie di chi lotta, sogna e non si arrende mai. Ma andiamo alla scoperta del nuovo disco di Price più nel dettaglio!

Le produzioni del disco

Dal punto di vista musicale, Grafene rappresenta un passo in avanti significativo per l’artista. Per la prima volta, Price si è cimentato nella produzione, lasciando il segno soprattutto nel brano Londra, interamente prodotto da lui. Un altro brano al quale ha contribuito con le sue produzioni è Felina, che ha curato quasi interamente. Qui ha suonato basso e chitarra, dimostrando una versatilità che arricchisce il sound complessivo dell’album. Il risultato è un brano dal groove organico, che unisce elementi di hip hop classico a una struttura strumentale complessa e personale. Per quanto riguarda il resto delle produzioni, sono state affidate a Necci, Pol, Eccredi, Nick Belane, Trace. Il disco è stato registrato, missato e masterizzato dai ragazzi del Resonhate audio mastering studio.

Le collaborazioni in Grafene

A rendere ulteriormente Grafene un disco speciale è la presenza di collaborazioni scelte con cura e funzionali a completare l’identità del progetto.

L’album si apre con Terra Mia, un brano impreziosito dalla voce di Chiara Reddy. L’artista dona un tocco di neo-soul capace di catturare fin dal primo ascolto del disco. Il testo diretto e viscerale si intreccia a una melodia calda e avvolgente, trasportando l’ascoltatore dentro un racconto vivido e intenso. Chiara Reddy ha contribuito con la sua voce anche all’interno di Come vuoi tu, riuscendo nuovamente a coinvolgere emotivamente l’ascoltatore.

La seconda collaborazione è la già citata Londra, che vede protagonista Ugo Crepa, un artista che rappresenta un’importante spinta qualitativa per Price. Questo featuring non è nato per caso, ma dall’amicizia e dalla stima reciproca tra i due. Il risultato è un brano che esprime grande alchimia e autenticità. È uno dei momenti più alti del disco, dove il confronto stilistico tra i due artisti diventa un punto di forza. Un brano di cui abbiamo naturalmente parlato nell’intervista qui di seguito.

Infine, il primo singolo estratto dall’album, Zion, vede la partecipazione di Pacman XII e Panz, amici di vecchia data di Price, come tutta la DYT Records. La traccia è un omaggio alla condivisione e alla forza dei legami. Il sound che dà vita ad un’atmosfera vibrante e ricca di energia positiva: un brano all’insegna del chill.

Conclusioni su Grafene

In Grafene, ogni dettaglio è curato con dedizione, dai testi profondi alle scelte musicali che spaziano tra vari generi senza mai perdere coerenza. Musicalmente, Grafene rappresenta un punto di arrivo importante: l’album sfoggia una serenità stilistica che Price ha sempre inseguito e che qui raggiunge con piena consapevolezza, portandolo a dialogare con l’ascoltatore con estrema naturalezza. Ogni brano è una linea sottile – fragile ma resistente – che racconta storie di lotta, speranza e riscatto.

L’anima dell’album si riflette nei suoi temi principali: l’amore come nutrimento quotidiano, la capacità di guardare oltre i momenti bui e la forza di credere che il sole, in fondo, splenda ogni giorno se si ha il coraggio di cercarlo. Con questo disco, Price non si limita a raccontare sé stesso, ma si pone come voce di una generazione spesso incompleta, alla ricerca di un’identità autentica. Grafene non è solo un album: è una dichiarazione di intenti, un invito ad accettare le proprie fragilità come un punto di forza. La provincia suona ancora, e Price ci ricorda che soltanto chi è sveglio sogna per davvero.

L’intervista a Price

Ciao Edo! Intanto complimenti per il disco, è una bomba! Noi ci siamo sentiti l’ultima volta con l’uscita di Catarsi, un disco in cui hai messo a nudo ogni tua debolezza. Hai detto che oggi ti senti completamente un’altra persona. Ti va di dirmi come stai, che persona senti di essere oggi? E anche come sta andando il disco, naturalmente.

Ciao Michi, grazie! Sicuramente rispetto a 4 anni fa sono cambiate molte cose e consapevolezze. Tra Catarsi e Grafene c’è stato un joint album di mezzo e soprattutto tantissimi live ed esperienze.
Rispetto a prima sicuramente ho molti più dubbi riguardo le cose che faccio ma molte più consapevolezze sul valore di esse. È un discorso lungo ma in questo disco sono riuscito ad abbandonare le “paranoie da rapper” come le chiamo io e a concentrarmi sul sound che volevo raggiungere, a prescindere dalle tendenze.

Due estati fa ci siamo beccati per caso in un campeggio in cui entrambi eravamo con amici, ancora rido. Era agosto del 2023. Bolliva già qualcosa in pentola di quello che oggi troviamo all’interno di Grafene? Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del disco?

Incontri casuali incredibili! Di Grafene esistevano almeno già tre o quattro brani. È stato il processo artistico più lungo che abbia affrontato in vita mia: non volevo uscire finché non fossi arrivato al giusto grado di soddisfazione. Doveva essere tutto come dicevo io, dovevo far maturare le cose per capire gli errori e correggerli, e malgrado tutta questa attenzione, c’è comunque qualcosa che già rifarei diversamente ahah

Tra la pubblicazione di Catarsi e quella di Grafene hai rilasciato “Pillole”. Un singolo che hai definito il tuo brano più intimo fino ad oggi e anche un post scripta inevitabile: Pillole. È stato questo il brano che ha dato inizio alla nascita di Grafene?

Pillole è stata il “ponte” tra Catarsi e Grafene, nel disco fisico di Grafene infatti compare come prima traccia in forma bonus, poiché in realtà fa parte del progetto. Ho sempre amato collegare i miei progetti ed inserire magari come prima track qualcosa che richiami il progetto precedente. Pillole ha senza dubbio dato inizio alla sperimentazione che ha portato a questo sound, il brano è nato durante la seconda quarantena nel 2021 (nella mia provincia ci fu la zona rossa a tal punto da richiudere tutto). Tutto nacque dalla mia chitarra e da un brano ed un artista che ancora oggi mi ispira moltissimo. “Circles” di Mac Miller.
Ma senza dubbio si, Pillole è stata la prima molecola di Grafene a livello di sound sebbene le argomentazioni trattate siano ancora di Catarsi.

Vengo dal niente mentale, da chi mente male, dal vuoto a uno scopo, il moto provinciale. Sto posto risucchia se non ti reinventi, distrugge le menti in modo graduale.

Il disco si apre con Terra mia, un brano molto forte per chi viene dalla provincia e, ascoltandolo, riesce a rispecchiarsi appieno in esso. Il brano è reso ancora più coinvolgente dalla voce di Chiara Reddy, che dà il tocco di magia a quello che è un perfetto disegno della provincia italiana e dei giovani che ci vivono. Come nasce la collaborazione con lei? Quando hai capito che per te la musica era la chiave per allargare i tuoi orizzonti oltre la provincia?

Terra Mia è senza dubbio, per ricollegarmi anche alla domanda precedente, il mio brano più intimo.
Anche più di Pillole. Da subito la musica è stata nella mia vita il modo per “uscire da qui” come dicevo con i miei amici. Ad oggi posso dirti che la musica ha dato una vera e propria identità alla mia persona. Non siamo due cose differenti ma due cose legate e identiche, quello che sono sul disco sono nella vita. “Terra Mia” nasce in un momento in cui molte persone a me vicine non rispondevano bene ai colpi della società e della vita e questo mi faceva arrabbiare, non con loro ovviamente ma in generale.

Il mio modo di sfogare questa cosa è stato raccontarlo senza filtri. Per far capire a chiunque ascolta quanto sia difficile per tutti fare un passo alla volta ed andare avanti e far sentire meno solo chi a volte sente di non farcela. Per ricordargli che già soltanto avere la forza di provarci e fare il primo passo è la cosa più importante. La mia migliore amica dice che “i primi passi vanno sempre mossi”. Chiara ha fatto la prima collaborazione con me nel 2016, il primo brano del mio canale YouTube. Tra l’altro non smettono mai di chiedermelo ai live, è stato bellissimo riportarla con me quasi dieci anni dopo in un brano che anche lei sente molto suo, essendo della mia zona.

Zion, Meridiani e Vipere sono stati i 3 singoli con cui hai anticipato l’uscita del disco. Con Panz e Pacman XII lo avevate pronto già da tempo, oppure come è nata Zion?

Zion è nata l’anno scorso grazie ad un beat splendido di mio fratello Ripper Mookie (ai beat Nick Belane Beatz). Quando ho conosciuto Pierpaolo (Pacman) era appena uscito il suo disco “Delta”, un disco che mi fulminò completamente. Mi colpì per il modo che ebbe di raggiungere un compromesso tra rap come piaceva a me e sound innovativo.

Pier è sempre stato uno dei miei rapper preferiti. È uno degli artisti a cui mi sento più vicino (per intenderci lo ascolto nelle giornate storte). Josi invece (Panz), l’ho conosciuto meglio durante il processo di creazione del mio joint album “Prima Fila” con Ripper e Fat. Ho condiviso con lui parecchi live, capendo col tempo quanto fosse fortissimo sia su disco che sul palco. Ho squagliato ogni brano in cui c’erano entrambi! Quindi ho deciso di portarli con me in questo disco per misurarmi con due persone che stimo e che ascolto moltissimo durante le mie giornate.

Londra è un brano che segna un po’ anche un altro traguardo nel tuo percorso artistico. Come nasce la collaborazione con Ugo Crepa? C’è una musa ispiratrice in particolare nel brano e, in generale, che ha orientato la stesura del disco?

Ugo l’ho conosciuto qualche tempo fa ad un live dopo aver parlato qualche volta su Instagram. Dopo 4 ore eravamo mezzi ubriachi a parlare delle cose più profonde delle nostre vite! È uno degli artisti italiani che ho ascoltato di più negli ultimi due anni e sono stato felicissimo quando mi è arrivata la sua strofa, anche perché era su una mia produzione. Non c’è una sola musa ispiratrice nè interamente sul disco ne interamente sul brano. Mi sono rifatto a molteplici esperienze della mia vita per riuscire a dare un quadro generale e a dare il massimo in ogni verso. Parlo di più persone sul brano ma il fulcro è sempre quello, il sole splende tutti i giorni se hai il coraggio di vederlo.

So che anche tu sei stato a vedere David Gilmour a settembre al Circo Massimo. Quanto quel tipo di musica influenza la tua? Com’è stato inserire delle tue produzioni per la prima volta in un tuo disco? Raccontami l’esperienza.

La domanda più bella che potessi farmi! David era un sogno nel cassetto che ho creduto perso quando ha dato le chitarre in beneficenza qualche anno fa. Alla notizia delle due date a Londra stavo per partire ma poi ha fatto uscire quelle di Roma. Lui è in ogni mio disco e in ogni mia nota da sempre. Per me è la massima espressione della musica moderna ma per quanto mi riguarda di sempre! Ascoltarlo dal vivo è stato per me come sentire Mozart, come vedere Micheal Jordan, insomma, penso di essermi spiegato.
In “Felina”, come in “Pillole”, si sente moltissimo la sua influenza nelle mie chitarre. Venendo da una famiglia con molti musicisti sono sempre stato vicino alla musica suonata. Sono felicissimo di essere riuscito a mettere nel mio album due mie produzioni, anche se ho ancora tantissimo da imparare. Esprimersi con le note è difficilissimo almeno quanto sia farlo a parole, ma fare entrambe le cose non ha prezzo! Da me si dice “è tutta roba tua” ahah

Ascoltando il disco, ho percepito Grafene come un seguito di Catarsi. Lo step successivo al comprendere le proprie debolezze e i propri limiti o errori. Oltre il semplice prendere atto dei propri sogni: quello di farne un punto di forza e di coglierne la bellezza. Quello di credere in ciò che si fa e che si è. È questo il consiglio che ti senti di dare ai ragazzi più giovani di te e a chi ascolta la tua musica?

Molto presto andrò nelle scuole con un progetto di alcuni ragazzi meravigliosi che fanno clownterapia parlando degli argomenti che tratto nell’album. Viviamo in tempi difficilissimi, specie in ambiti relazionali. L’unico consiglio che mi sento di dare ai ragazzi è di accettare la propria sensibilità e di farne un punto di forza. Essere forti è potersi mostrare deboli, nessuno è invincibile, e questa società ha un grande problema con il fallimento. Sembra che tu debba evitarlo a tutti i costi, quando in realtà si fallisce almeno tanto quanto si vince, se non di più. Perdonatevi, piangete, ma non diventate indifferenti. Non serve né a voi, né a al mondo che vi circonda.

Hai già in programma dei live in cui suonerai il disco a breve o pensi di aspettare la primavera/estate?

Sto preparando i live in piu forme e formazioni. Spero di iniziare a farli il prima possibile ma, soprattutto ho già ricominciato a fare nuova musica. Purtroppo essere indipendente richiede abbastanza impegno, ma fortunatamente ho persone sensazionali accanto a me. Ci vedremo presto sui palchi!

Michela Motta

Michela Motta, nasce nel '99 in Molise. Laureata in marketing e comunicazione d'impresa, cerca di unire queste competenze con la sua passione per la musica. Si avvicina al Rap all'età di 7 anni con l'uscita di "Tradimento" di Fabri Fibra, per puro caso, non capendone assolutamente nulla. Poco dopo ha cominciato ad appassionarsi all'intera cultura Hip Hop, amandone ogni sfaccettatura ancora oggi.

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