Urban Girls #1 – Vogliamo chiamarlo progetto femminista?
Urban Girls. Vogliamo chiamarlo progetto femminista?
Da qualche settimana ho iniziato a lavorare a un progetto che avevo in mente da anni. Uno spazio dedicato alle donne, che partisse dal mondo “urban” (concedetemi il termine!) e che si spingesse al di là del “rosa”.
Io volevo uno spazio che parlasse di diritti, di educazione, di riscatti, di problematiche, di soluzioni, di patriarcato, di arte e di sociale. Volevo dare vita a un progetto che facesse la differenza.
Non volevo dare vita alla classica stronzata femminista per la quale la donna è emancipata solo se non si depila e se odia gli uomini. Io mi depilo. Amo il make-up. Adoro il rosa e amo la moda. E vi dirò di più … amo gli uomini.
Quello che odio è la disinformazione (nonostante i mezzi che abbiamo oggi), l’ignoranza e la società, che reputo ancora troppo radicata in quella che il nostro Codice civile banalizza nel concetto di “buon padre di famiglia”.
Una società che è patriarcale da sempre.
Che produce leggi sulle quote rosa e sulla parità di genere, ma che ancora non la “normalizza”. E nemmeno ho iniziato a parlare di quello che avviene nel mondo che, sicuramente, merita un capitolo a parte.
Così, dopo aver meditato anni, mi sono finalmente decisa a farlo.
La prima persona che ho contattato è stata Claudia La Disagiata. Lei, senza rendersene conto, è stata benzina sul fuoco alimentando una fiamma che non credo si spegnerà facilmente. Ha contattato tantissime ragazze che non vedo l’ora di farvi leggere. Grazie a lei e al suo supporto ho sentito che stavo facendo qualcosa di importante e che poteva davvero fare la differenza. Claudia ( che simpaticamente scrivo anche senza L come Caudia) è la prima persona che ringrazio e a cui dedico questo progetto. Frega un cazzo se non vuole. Lei ne fa parte.
Un’altra persona che ringrazio è sicuramente Sab Sista. Una regina. Un amica. Una donna con cui lavoro. Il progetto non era nemmeno online e si è resa subito disponibile. Come Kla Cat, un’artista Calabrese che, come me, vive in Inghilterra. Donne questo progetto non è per voi. VOI SIETE IL PROGETTO!
Una pagina Instagram però non bastava.
Io bombardavo muri. Sono una Writer e lo sarò sempre. Lo faccio per protesta e per ribellarmi al sistema. Quello che piace fare è scrivere e avevo bisogno di uno spazio dove poter inserire contenuti più corposi rispetto a post e storie.
Così mi sono messa in contatto con due delle persone più meravigliose del mondo. Un uomo e una donna. Due amici. I fantastici proprietari de Il Rappuso.
Vanessa e Federico mi hanno dato fiducia e carta bianca per un progetto che, come ho detto, parte dall’urban, ma che sicuramente sforerà e andrà fuori tema rispetto alla linea editoriale del sito. Per il futuro ho tantissime idee.