Interviste

Welo è tornato e stavolta è insieme a Gué!

WELO è tornato, e stavolta con un featuring davvero speciale: “MY BOO” feat. Guè è il nuovo singolo fuori ora su tutte le piattaforme.

“MY BOO” rappresenta non solo un’evoluzione artistica per Welo, ma anche un momento di rinascita per la scena musicale di Lecce. Questo feat è la dimostrazione che, con talento e determinazione, è possibile portare la propria musica sotto i riflettori della scena italiana.Il brano promette di essere un mix esplosivo di stile e autenticità, con un sound moderno e ritmi coinvolgenti che catturano immediatamente l’attenzione. Un viaggio musicale che parla di relazioni, trasformazioni personali e una vita vissuta al massimo, con un tocco di ironia e un’attitudine che rispecchia perfettamente lo stile unico di Guè.

 Chi è Manuel e chi è Welo? Sono la stessa persona o possiamo pensarli come uno l’alter ego dell’altro?

Manuel e Welo sono due facce della stessa medaglia. Manuel è la persona, il ragazzo che ha vissuto le sue esperienze, mentre Welo è l’espressione artistica di tutte quelle esperienze. È come se Welo fosse il megafono di tutto ciò che Manuel vive e sente. Non lo vedo tanto come un alter ego, ma come un’estensione di ciò che sono, solo più amplificato e stilizzato.

Nasci a Lecce ed è lì che muovi i primi passi prima dell’approdo a Milano: cosa ti ha spinto a voler fare questo salto e quali sono le differenze sostanziali che ritrovi tra le due realtà?

Lecce è casa, e io non riesco a vivere lontano da essa. È dove ho iniziato, ma sentivo il bisogno di espandermi, di trovare nuove ispirazioni e crescere artisticamente. Anche Milano rappresenta una tappa obbligatoria per chi vuole emergere nella scena musicale italiana. Le differenze sono molte, Lecce ha un’anima più cruda e autentica, mentre Milano è più dinamica e ti offre mille opportunità. A Lecce ho trovato la mia voce, a Milano ci salgo spesso per farla sentire.

Scavando nei tuoi testi ritroviamo anche tanta denuncia sociale. Quanto è importante per te che la tua musica sia al servizio della tua gente?

È fondamentale. Vengo da una realtà che non sempre viene raccontata, e per me è importante dare voce a chi non ce l’ha. Denunciare le difficoltà della vita di provincia, le ingiustizie sociali, è una responsabilità che sento fortemente. Voglio che la mia musica sia uno specchio della mia realtà, ma anche uno strumento per far riflettere e ispirare cambiamenti.

Parlando dei tuoi ultimi singoli quale pensi possa essere il filo conduttore che li unisce?

Il filo conduttore è sicuramente la crescita personale. Con ogni singolo cerco di raccontare una parte di me, un’esperienza, una riflessione. Che sia attraverso “My Boo” o “Malessere 2″, c’è sempre una costante esplorazione del mio percorso, sia a livello emotivo che artistico. Sto cercando di trovare il giusto equilibrio tra divertimento, introspezione e denuncia.

Quali sono gli artisti che ispirano o hanno ispirato maggiormente la tua musica?

Sicuramente artisti come Fabri Fibra hanno avuto un impatto importante, specialmente quando ero più giovane. Poi ci sono artisti internazionali come Kanye West per la sua visione artistica e Tyga per l’energia che mette nei suoi pezzi da club. Anche Guè Pequeno ha avuto un’influenza notevole, non solo per lo stile, ma anche per il modo in cui ha gestito la sua carriera.

Ultimamente stiamo assistendo a diverse ibridazioni all’interno della scena: ti senti aperto a quest’ultime o preferisci definirti in un genere preciso?

Sono aperto a tutto. Non mi piace chiudermi in un unico genere o definizione. La musica è in continua evoluzione, e penso che il bello sia proprio contaminare i generi e creare qualcosa di nuovo. Amo sperimentare e mixare influenze diverse, dal rap alle sonorità più melodiche. Penso che sia la direzione giusta per crescere come artista.7

Come nasce la collaborazione con Gué per il tuo ultimo singolo “MY BOO”?

La collaborazione con Guè è stata il frutto di tanto lavoro e perseveranza. Per me è un onore poter collaborare con un artista del suo calibro, e la cosa è nata in maniera abbastanza naturale. Avevamo entrambi la stessa visione per il brano, volevamo un pezzo che potesse spaccare sia nei club che nell’ascolto quotidiano, e così è nato “My Boo”.

Cosa ti lascia questa collaborazione? Quali sono gli insegnamenti che hai tratto da un gigante come Gué?

Guè mi ha insegnato tantissimo, non solo a livello artistico, ma anche umano. La sua professionalità, la sua visione, sono qualcosa di unico. Ho imparato l’importanza di curare ogni dettaglio, di avere sempre un piano preciso e di non accontentarsi mai. Questa collaborazione mi ha dato una nuova prospettiva su come affrontare la mia carriera e su come evolvermi come artista.

Ci sono altri big del rap con i quali ti piacerebbe collaborare in futuro? Prova a farci 3 nomi.

Sicuramente Marracash, Lazza e Irama. Marracash per la sua profondità e capacità di toccare temi sociali e personali con una lucidità unica, Lazza per il suo stile fresco e versatile, capace di spaziare tra diversi generi mantenendo sempre una qualità altissima, e Irama per la sua energia e la sua abilità nel mescolare pop e urban, creando hit che restano impresse nella mente.

Cosa bolle in pentola? Parlaci dei tuoi progetti futuri a breve termine

Ci saranno una serie di brani che andranno a indirizzare il nuovo anno e a tracciare una nuova fase del mio percorso artistico. Ogni traccia sarà parte di una narrativa più ampia, con l’obiettivo di esplorare temi personali e sociali, sempre con quel tocco che mi contraddistingue. Voglio continuare a evolvermi e a sperimentare con nuovi suoni, senza mai perdere l’autenticità. Sto lavorando duramente per portare qualcosa di fresco che possa rimanere impresso e accompagnare chi mi ascolta in un viaggio musicale che si sviluppi mese dopo mese.

Il pezzo è stato realizzato per essere suonato nei locali o per essere ascoltato da solo in macchina?

È entrambe le cose. Per noi è un brano universale, che non ha un periodo o un contesto specifico. Può essere suonato nei club per far scatenare la gente, ma allo stesso tempo è perfetto anche per quei momenti di svago o di riflessione, da ascoltare da soli in macchina. Volevamo creare qualcosa di versatile, che potesse adattarsi a ogni situazione.

Emma Greco

Pisana accolta a Roma, la musica ed il rap in particolare sono da sempre i miei fari nella tempesta: quelle certezze di cui tutti siamo alla spasmodica ricerca e che il più delle volte ritrovi nelle piccole cose, negli attimi che ti scatenano i brividi sulla schiena. Io ho ritrovato questa energia, questo amore incondizionato che in qualche modo ti dà forza, nella musica. Il rap dal canto suo non ha filtri, e non mi sono mai piaciute le facciate da vetrina. Se la vita è questa la voglio raccontare, e lo voglio fare nel modo più crudo e vero possibile, perchè "se ho scelto sto genere fatto di tante parole / fammele dire". Saluti da Emmus

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