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Shekkero: “Ecco come ho vinto il Mic Tyson!” -IL RAPPUSO-

Foto di Mark Kola

Il mondo del freestyle, si sa, è un mondo affascinante, fatto di talenti cristallini e geni pazzi. Molti sono gli artisti che si mettono in gioco nelle varie battle, macinando chilometri, in ogni luogo d’Italia dove sia possibile “Combattere”. Tra le battle nelle quali potete vedere esibirsi i migliori talenti dello stivale, c’è sicuramente il “Mic Tyson”. Nellèedizione di qest’anno, tra i tanti freestyler talentuosi, a spuntarla su tutti è stato Shekkero e noi de Il rappuso abbiamo voluto chiedergli i segreti della sua vittoria nell’intervista che segue:

 

1) Ciao Shekkero! Partiamo dal principio: con quale spirito ti sei presentato al “Mic Tyson” e quale obbiettivo ti eri prefissato in partenza?

-Il mio stato d’animo era spaccato in una profonda dicotomia: la voglia di vincere usando tutto quello che avevo in corpo e una paura fottuta che mi stava divorando da dentro. Durante le selezioni stavo quasi pensando che forse mi conveniva ritirare l’iscrizione, però il mio lato razionale mi ha convinto a provarci comunque. Il primo minuto di Keso è bastato per maledirmi da solo, sensazioni sincopate tra l’incredulità e il panico, credo che qualsiasi mc in gara se la sia fatta addosso. Sapevo di non essere il migliore, quindi la differenza l’avrebbe fatta lo spirito di sopravvivenza e la determinazione.

2)Si trattava di una battle che ti ha messo subito alla prova contro uno dei mostri sacri del freestyle italiano come Mouri. Come è stato confrontarsi con lui?

-Era il settimo ottavo di finale, Nitro aveva chiamato a sfidarsi Snake e Frenk. Facendo due calcoli neanche troppo complessi a parte me restava fuori solo un mc, il principe dei mostri. Mouri era il peggiore con cui capitare al primo round del contest che l’anno prima lo aveva confermato un king indiscusso del freestyle, tutti aspettavano solo lui. Allo stesso tempo, paradossalmente, era anche il migliore con cui capitare, se avessi battuto lui sarei uscito dall’anonimato e il pubblico avrebbe iniziato a credere in me. Era la mia occasione. Trovarmi di fronte a un maestro mi ha stimolato tantissimo, gli avversari forti (fortissimi in questo caso) mi mettono alla prova e mi fanno dare il meglio, volevo dimostrare di non essere da meno.

3)Nei quarti di finale ti scontri con un altro avversario di spessore come Frenk e fai il colpaccio con il tuo minuto sul tema della religione, probabilmente il minuto più riuscito dell’intera competizione. Raccontaci come ti sei sentito e quanto è cambiato il tuo “Mic Tyson” da quel momento?

-Frenk era quello che temevo di più perchè come me era affamatissimo, e poi è un fratello, quindi sfidare persone a cui si vuole così bene è sempre difficile. Fortunatamente la modalità a tema ha reso la cosa più indiretta e ci ha permesso di picchiarci come si deve. Da sempre preferisco le battle a tema perchè il confronto è messo sullo stesso piano e li viene premiata l’inventiva. Sul palco avvertivo un’elettricità tangibile ma nemmeno a sfida finita mi ero reso conto che probabilmente io e Frencone avevamo tirato su la nostra prestazione più fortunata.

4)Le successive battle ti vedono ancora più agguerito rispetto alle precedenti, infatti, sia con Reiven che con L’Elfo abbiamo avuto la percezione che avessi la bava alla bocca. Quando hai capito che avresti vinto il torneo?

-Non pensavo a vincere il Mic Tyson, pensavo a battere gli avversari. Tutti gli mc’s che ho sfidato sono artisti che stimo infinitamente, per me confrontarmi con loro era un onore e bruciavo dalla voglia di combattere con loro. La grinta conviveva con la pace interiore, in quell’istante non ero agitato, mi stavo semplicemente divertendo a rappare come lo avrei fatto con un amico al parcheggio, senza preoccuparmi delle conseguenze e del peso di quella battle.

5) Sei arrivato in finale dandoci l’impressione di sentire la vittoria in tasca dal principio, ma c’è stato un momento nel quale hai pensato di non vincerla?

-Se arrivi in finale, qualsiasi contest sia, alla proclamazione del vincitore speri sempre che il presentatore dica il tuo nome e temi sempre che dica quello del tuo avversario. Penso che il segreto sia concentrarsi su ciò che si vuole.
(Shekkero Shekkero Shekkero Shekkero Shekkero Shekkero Shekkero Shekkero)

6) Ora cosa dobbiamo aspettarci da Shekkero a livello artistico?

-Continuerò a fare battle, forse di meno, sia perchè ultimamente mi sento stanchissimo (cervello e corpo) e sia perchè è arrivato il momento di concentrarsi sulla musica e su un lascito più concreto e ponderato. Sto lavorando a un progetto che mi soddisfa abbastanza da condividerlo con il pubblico, i primi gemiti saranno pubblicati veramente a breve.
Inoltre è da pochissimo fuori “4/4: Vita Da Freestyle” un’iniziativa a cui sto contribuendo che ha lo scopo di documentare la vita di chi fa i contest in giro per l’Italia. Vogliamo far capire cosa c’è dietro i video di youtube e portare gli spettatori nel nostro mondo!

7) In conclusione toglici una curiosità: si può sapere cosa porti dentro quello zaino?!

– Gli ingredienti per la torta dei sogni ^^

Questo è Shekkero! Un ragazzo che con una naturalezza disarmante, che ti dice di non aver pensato a vincere il Mic Tyson ma che “si stava divertendo a rappare”. Io credo che di fronte a questo spirito, un po’ tutti, dovremmo fare un passo indietro e tornare  a confrontarci con la sana competizione di un tempo.

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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