Met Fish, lo avevamo sentito l’ultima volta nel novembre 2022 con Universe 2, il sequel album partito nel 2021 che aveva l’intento di mettere in risalto l’universalità della musica e la sua capacità di essere un legante per i popoli nonostante la diversità culturale e linguistica.
Oggi, proprio nel giorno di San Valentino, Met Fish, ex writer, freestyler e produttore di Roma della classe ’93, pubblica il singolo Megera, estratto dall’album Ikigai previsto per l’ottobre 2024.
Il tema trainante del singolo di Met Fish è l’incapacità di stabilire dei legami maturi.
Il pezzo è stato scritto nel periodo covid, quando quale tante coppie si sono separate, a causa di problemi che hanno preferito non affrontare. Partendo da un amore tossico culminato con un tradimento, Magera arriva a trattare l’autodistruzione attraverso le droghe, il tracollo psicologico dovuto all’accaduto ed infine l’incapacità di amare nuovamente e costruire relazioni sane.
Sembra che hai messo in stand by la saga di Universe.
Al momento è in stand-by, si. Ho scritto e registrato molte canzoni in questi ultimi due anni, voglio dare la priorità a queste e poi ritornare su “Universe”. Riguardo a quest’ultimo, ho comunque prodotto e accantonato varie strumentali, quindi in futuro rilascerò il volume quattro, però non so dire quando.
Parlami invece di questo nuovo singolo, Megera.
Il singolo Megera è uno storytelling che parla di un amore tossico culminato con un tradimento. Oltre all’episodio in sé, ho cercato di raccontare tutte le conseguenze che portano una storia del genere. Il titolo è stato fortemente ricercato, la “Megera” è una donna mitologica, in apparenza bellissima ma nel profondo nasconde una malvagità mostruosa.
Nella canzone ho cercato di mettere in luce diversi aspetti, il primo è l’illusione dell’amore perfetto in cui va tutto a gonfie vele e dove non si intravedono difetti nei propri partner.
Il secondo aspetto su cui mi sono soffermato è l’autodistruzione: purtroppo quando si subiscono determinate delusioni è facile scivolare e cadere nel tunnel della droga e dell’alcol.
Il terzo e ultimo aspetto che ho affrontato è l’incapacità di amare. Quando si è vittima di un tradimento la ripresa è sempre molto traumatica, si diventa diffidenti, controllanti e non si riescono a stabilire relazioni sane. Infatti il pezzo termina con una domanda :”riuscirò mai a innamorarmi nuovamente?”
Il brano è nato durante il covid. Secondo te dal punto di vista relazionale, la pandemia ci ha cambiati come esseri umani?
Credo che i rapporti umani siano cambiati già prima della pandemia, questo vale sia per l’amore che per l’amicizia. Ho l’impressione che l’incontro fisico o le chiacchierate tra amici abbiano lasciato il posto alle conversazioni su whatsapp. Questo fa si che nelle poche volte in cui gli amici si incontrano si rifugiano in delle frasi di circostanza.
La vita in generale è cambiata invece?
Con mio grande dispiacere devo ammettere che la vita è cambiata in peggio. Siamo sempre di corsa, lavoriamo tanto per comprare case che mai ci godremo. Facciamo lavori che non ci piacciono, viviamo in un paese che non da futuro ai giovani, un paese in cui la soglia della povertà è al 21% circa. Più che di vita, io parlerei di non vita.
Cosa ti ha spinto a pubblicare il pezzo?
Ho riscoperto l’amore per gli storytelling, per cui una volta scritto, ho sentito l’esigenza di pubblicarlo e condividerlo. Visto il tema, mi sembrava opportuno pubblicarlo il 14 febbraio.
Il brano farà parte di un nuovo disco firmato Met Fish? Ci anticipi qualcosa?
Il brano è il primo estratto dal mio nuovo album che si chiama “Ikigai”. Il disco sarà composto da dieci tracce, ci saranno diversi ospiti, sia alle produzioni che al microfono, sarà un mix di sonorità old school e new school. L’uscita sarà prevista per il prossimo anno, però prima della release ufficiale, pubblicherò periodicamente dei singoli.
