Interviste

To Cry in a Rolls Royce: Intervista a RollzRois

Il 17 novembre, a distanza di pochi mesi da SS23, RollzRois torna da solista con il suo nuovo disco dal titolo “To Cry in a Rolls Royce“. Un progetto che ben rappresenta l’artista e che, attraverso 10 tracce prodotte con Carlo Ragazzo, lascia poco spazio ai fronzoli prediligendo la concretezza.

Abbiamo voluto saperne di più attraverso questa intervista:

Ciao Rollz! Partiamo dal titolo: come nasce “To Cry in a Rolls Royce“? Nei tuoi intenti iniziali il concept che porta con sé sarebbe dovuto essere il filo conduttore del disco?

La frase che dà il titolo al disco é a tutti gli effetti la chiave e il filo conduttore di questo progetto, per quanto mi riguarda é sempre più una questione di immagini e meno di temi.

Ci sono eventi o situazioni che ti hanno ispirato o condizionato durante la scrittura di questo progetto?

Nulla in particolare ma tutto in generale, quello che scrivo é una conseguenza del contesto in cui vivo tutti i giorni ed essendo un periodo storico pieno di avvenimenti importanti sicuramente sono stato influenzato da questi anni strani.

Oltre alle tue produzioni possiamo trovare quelle di Carlo Ragazzo, Less Torrance e Sine. Come hai scelto questi 3 artisti e quale dei due Rollz li ha scelti? Il rapper o il producer?

Parlando di produzioni raccolgo costantemente tantissimo materiale e quando mi metto sui dischi scremo quello che per me é il meglio. Non é ne il rapper ne il beatmaker ma il Rollz produttore esecutivo a scegliere.

Hai deciso di includere solamente 2 trecce featuring nel disco: una con Less Torrance e una con Montenero. Volevi un disco più personale? Credi che rispetto ai tuoi precedenti lavori questo ti racconti meglio?

La scelta sul numero di ft é stata anche qui una conseguenza spontanea, non ho cercato di forzare il processo in nessun modo e questo é semplicemente il risultato. Questo disco mi racconta meglio perché ho preso più confidenza coi mezzi e ho scritto qualcosa in più su di me in confronto a quanto fatto in passato, ma senza dover fare asciugate didascaliche.

C’è una traccia di questo disco alla quale ti senti più legato rispetto alle altre? Se si spiegaci le motivazioni.

Si, per me Palo Santo é la hit di questo progetto, mi sono divertito parecchio a farla e sono abbastanza curioso di vedere che impatto avrà quando verrà performata nei live.

In “Patrizia Reggiani” avete scelto di campionare la sua celeberrima frase ”meglio piangere in una Rolls Royce che ridere su una bicicletta”. Pensi che i soldi facciano la felicità e che possano essere il traguardo vero nella carriera di un rapper?

Penso che i soldi diano la possibilità di rendere la vita più interessante e godibile, non li vedo come un traguardo ma come un mezzo per realizzare progetti ed esperienze positive con cui arricchire la propria vita. 

In “Figlio di Dio” esprimi un concetto molto chiaro: “Io no, non voglio ciò che è di altri ma lo piglio se è mio”. Misurando le tue ambizioni, quale pensi potrà o dovrà essere il tuo ruolo all’interno della scena italiana in futuro e quanto grossa è la fetta di torta che reputi sia tua di “diritto”?

Senza falsa modestia io penso che lo spazio che mi spetta corrisponda a tutto lo spazio che riesco a prendermi, ho molta competitività e ambizione a riguardo e penso che quello che stiamo facendo come lo stiamo facendo non sia mai stato fatto, spero che questo ci venga riconosciuto presto.

Hai già portato questo disco sul palco? Quanto pensi sia importante, per rendergli giustizia, che questo progetto possa essere ascoltato live?

Non ho ancora programmi Live relativi a questo disco, ma per me é una dimensione molto importante e spero di riuscire presto a portare in giro per l’Italia tutto il progetto Santa Sede.

Quali feedback stai ricevendo in queste prime settimane? Credi che “To Cry in a Rolls Royce” stia arrivando alla gente per come lo avevi concepito?

Ricevo sempre un bel calore dalla mia fanbase, anche se ho sempre aspettative più alte per quanto riguarda l’allargare il bacino. Ad ogni modo ci tengo a ringraziare chiunque sta rendendo culto quello che facciamo.

E noi ringraziamo te per la chiacchierata e ti auguriamo il meglio!

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