Rap italiano

Il ritorno al futuro di Ghemon

Ghemon, al secolo Gianluca Picariello,  ritorna con il suo nuovo album ‘Mezzanotte’, uscito il 22 settembre 2017.
Questo artista si è fatto strada nel mondo della musica partendo dal rap, componendo (tra raccolte e album) ben sei lavori, ognuno con un’impronta diversa e unica nel suo genere; ma è con l’ultimo disco pubblicato (Orchidee) che abbiamo conosciuto la vera e pura essenza dell’anima di Gianluca.

Non si sono avute notizie inerenti a nuovi lavori di Ghemon per ben 3 anni ed ora è finalmente tornato, ma indirizzato verso il progresso, verso un altro genere, ponendo così il suo interesse al futuro e senza volersi confinare nelle strette barriere poste da un singolo stile.
“Mezzanotte” è un disco interamente suonato dalla sua band, Le Forze del Bene, sia in fase di registrazione che durante i concerti live.

Il nuovo disco, da quanto già annunciato, ha un’impronta prettamente soul, discostandosi quindi dal genere di origine di questo artista e esplorando nuovi spazi.
Il primo singolo in uscita e del quale l’artista ha voluto renderci partecipi si chiama ‘Un Temporale’: in questo pezzo Gianluca è stato in grado di palesare a tutti i suoi ascoltatori il suo punto di forza, la sua car

atteristica madre, che lo rende uno dei pochi artisti cosiddetti “veri”: la sua capacità di mutare la forma ma conservare l’essenza.
Perché in questo brano, di rap, c’è ben poco, tecnicamente parlando. Questo pezzo è anima: anima e corpo, con tutti i pro e i contro che questo comporta: dalla sofferenza generata nell’immedesimarsi in alcune delle sue frasi, allo spensierato e introspettivo viaggio che l’unione tra la melodia della strumentale e quella della sua voce creano.

Un’unione indissolubile, che va al di là delle banalità e permette di esplorare i più profondi angoli di se stessi, se si è in grado di accoglierla nel modo corretto.
La trovata veramente brillante è riposta nella scelta accurata del titolo. Già dal primo ascolto del brano si intuisce la natura quasi invernale del pezzo, che si discosta dalla spensieratezza e dall’edonismo tipicamente estivo.
Con questo titolo l’ascoltatore intraprende il suo viaggio prevenuto, in un’atmosfera totalmente adeguata al mood del brano, con un clima pungente, ornato dal grigio scuro delle nuvole durante il giorno e dalla pioggia, che cade dal cielo libera, a prescindere da ciò che accade sulla terra. Una visione esterna, non curante del resto, come se questa scena fosse vissuta guardando da una finestra che da sul mondo intero, che procede tra gioie e dolori, vita e morte, amore ed odio. Una situazione che generalmente non rasserena l’individuo comune, anzi: lo mette a disagio, lo rende insicuro, ansioso. Ed è qui che riscontriamo la grandezza di un artista come Ghemon, poiché in questo brano si evince il lento abbandono che culla l’artista, il quale si lascia andare a tutto ciò e si limita a librarsi leggero sulla sua stessa nuvola, sotto la sua stessa pioggia, nella sua piccola parte di mondo che è riuscito a costruirsi accettandosi per quello che è.

E riecco emergere Gianluca, sotto un’altra forma, con un altro abito, ma sempre Gianluca.
La vera grandezza di un artista sta nel prendere coscienza di ciò che egli stesso è e procedere in quella direzione, non curante di ciò che lo circonda e consapevole di ciò che vuole essere.

Redazione

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