Rap italiano

QNEUC/D: Intervista a Claver Gold

Dal 5 aprile è disponibile il rinnovato progetto discografico di CLAVER GOLD contenete i brani del precedente “QUESTO NON È UN CANE” arricchito dai più recenti singoli “I MIEI CANI”, “CON I MIEI BROTHERS” e collaborazioni inedite con esponenti della scena rap italiana a cui l’artista è legato da rapporti di stima musicale ed amicizia: Il Turco, Bader Dridi & Brenno Itani, Kenzie, Davide Shorty & SPH, Mattak, Danno & Kaos, Dutch Nazari, Valter Guidi & Djomi, Bleach, Chiky Realeza, Murubutu, Moder e Ugo Crepa.

La riedizione dell’album in versione corale mette in luce la longevità e attualità dei temi di “Questo non è un cane” che, a distanza di quasi due anni, prendono nuova vita e si arricchiscono di sfumature e nuove voci. Una versione deluxe che l’artista ha voluto definire “DOMO” – termine che si rifà al concetto di ‘casa – per indicare la condivisione quasi familiare, il processo di cura e domesticazione alla base della riedizione.

Partiamo dal titolo: Qual è il concept racchiuso in “Questo non è un cane/DOMO”?

L’idea alla base di “Questo non è un cane/DOMO” è quella di dare nuova linfa ad un progetto
secondo me ancora contemporaneo a livello di tematiche. Credo che alcuni dischi ed alcune opere
artistiche possano avere più vite, più anime, essere filtrate da più sguardi, per questo ho voluto
che altri artisti esprimessero il loro punto di vista all’interno della mia storia.

Da dove nasce la scelta di far diventare QNEUC, il tuo precedente album, DOMO?

L’idea di realizzare un’edizione speciale di “Questo non è un cane” non è venuta subito e non era
già in essere al momento della prima release, c’era però la sensazione che il disco avesse ulteriore
potenziale. Ho iniziato a sentire più avanti l’esigenza sincera di valorizzare un album per me
importante e ricco di contenuti tramite l’inserimento di nuove strofe, apporti musicali, rime ed
artisti che si allineassero al mio mondo.

Dando uno sguardo ai featuring sembra subito chiaro che tu abbia voluto portare con te
artisti che stimi e tanti amici di sempre, senza ricorrere a collaborazioni dettate solamente
dal voler creare hype. Quanto è stato importante avere “il tuo branco” al fianco in questo
progetto?

Il sentirsi parte di un “branco” , il senso di aggregazione e di appartenenza ad un qualcosa sono
molto importanti per me, per questo tendo sempre a circondarmi di persone positive che abbiano
buone parole e buone azioni da offrire tanto a me quanto alla musica. Sono molto grato al team di
professionisti che ha deciso di supportare il mio lavoro e contribuire alla realizzazione di questo
progetto.

Tra tutte le collaborazioni, ce n’ è una che avresti voluto realizzare da tempo? Spiegaci
perché l’hai voluta proprio in “QNUC/D”

Questa è una domanda di cui sai già la risposta vero? Ovviamente fare un pezzo con Danno e Kaos
è per me un punto di arrivo, quasi una consacrazione a livello musicale. Li ho voluti in questo disco
ma soprattutto nel brano “Nak su kao” perché credo che, anche se contestualizzati in periodi
storici diversi, abbiamo combattuto e combattiamo le stesse battaglie. Sono onorato.

Conoscendo la tua passione per le arti visive, in che modo hai curato l’ album sotto quest’
aspetto?

Ho un grafico bravissimo! Scherzi a parte, mi fido molto del lavoro di Iacopo che riesce a dare
concretezza ad esprimere al meglio i piccoli spunti e concetti che gli suggerisco, in più ho la
fortuna e il piacere di collaborare con Lorenzo Anzini che ritengo essere un grandissimo artista. Mi
piace molto l’idea che l’estetica della copertina possa rispecchiare il contenuto musicale del disco.

C’è un brano del disco al quale ti senti maggiormente legato? Spiegaci il perché.

Forse “Malastrada” ed “Il coraggio di dirti”. Mi sono commosso quando ho ascoltato le strofe di
Kenzie e Dutch. Li ringrazio per essersi immersi con il cuore in questo progetto.

Hai già annunciato il “QNEUC/D Tour” che ti porterà a Bologna, Torino, Roma e Lodi.
Possiamo e dobbiamo aspettarci un live strutturato in maniera diversa rispetto ai tuoi
precedenti?

Le date del tour primaverile saranno sicuramente diverse dalle precedenti vista la presenza di
numerosi ospiti. Gli artisti che saliranno con me sul palco saranno parte integrante del live, non
solo “una traccia”, per questo abbiamo studiato qualcosa di speciale.

Credi che il processo evolutivo toccato a “QNEUC” possa essere ripetuto in futuro anche
per i tuoi precedenti dischi?

Vorrei, ma ritengo sia quasi impossibile riuscire a fare qualcosa per il decennale di Melograno il
prossimo anno. Vediamo…

Sei solito goderti un progetto, pensando unicamente a quello durante i mesi successivi
all’uscita, o sei già focalizzato sui prossimi?

Al momento sono ancora focalizzato su questo progetto, poi lo sarò sul tour primaverile e
successivamente su quello estivo. Sicuramente a settembre inizierò a pensare a qualcosa di nuovo,
ma visti i tempi più lenti che mi sto prendendo nell’ultimo periodo credo che se ne parlerà più in
là.

C’è qualcosa che vorresti venisse colto su “QNEUC/DOMO” e che magari può non esserlo
stato su “QNEUC”?

Spero innanzitutto che siano colte nuove sfumature e dettagli, forme e anime.
Vorrei che si percepisse e venisse condiviso anche da chi ascolta, il senso di gruppo e di appartenenza caratteristici di questa musica, il rap, che a noi ha salvato la vita.

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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