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ArcadeBoyz su Jamil:”Come quando le donne vanno vestite da mig****e e vengono violentate!”

La polemica sullo schiaffo dato da Jamil ad uno spettatore non si placa e gli Arcade Boyz, hanno preso le difese del rapper con degli esempi discutibili.

Gli Arcade Boyz hanno detto la loro sulla questione dello schiaffo dato da Jamil (del quale parliamo QUI), ovviamente i due hanno tentato di sminuire l’accaduto definendolo “non giustificabile ma comunque comprensibile”, questo perchè, come i gamers stessi ammettono: “noi con Jamil siamo amici”.

Gli ArcadeBoyz hanno fatto una serie di esempi per tentare di giustificare l’accaduto, dalla maglietta della Lega Nord a Napoli alla maglietta con su scritto “I Love Satan” in Vaticano.

Il “top” però, è stato raggiunto quando viene tirata in ballo la violenza sulle donne e (citiamo testualmente) : “è lo stesso discorso di quando dicono alle donne di non andare succinte la notte che poi vengono violentate.”

Come se non bastasse questa frase, poco fraintendibile, è stato aggiunto:

“Cioè, non è giusto che vengano violentate però, non andare in stazione a Novara alle 3 di notte vestita da mign***a!Evita il problema!”

Ecco, qui mi parte lo shitstorm: cosa significa “andare vestita da putt**a??”

C’è uno standard preciso con il quale una donna può essere certa di non doversi giustificare qualora venisse violentata?
Esiste un orario altrettanto preciso nel quale una donna può indossare una gonna?

Spiegatemi anche come dovrebbe comportarsi una donna, nel caso malaugurato volesse andare a cena fuori (DI NOTTE, OMG!!) e volesse addirittura farsi 100 metri a piedi per rientrare a casa e malauguratamente abitasse “nei pressi della stazione di Novara?”; dovrebbe mettersi la tuta ed assicurarsi di avere una maglietta a collo alto?

Carissimi gamers, se dovete difendervi l’amico di turno, cercate di tagliare gli strafalcioni con l’editing e di non toccare argomenti dei quali non sapete nulla e dei quali parlate con lo stesso qualunquismo con il quale l’utente buongiornissimo medio parla di ingegneria edile in proposito del ponte Morandi.

Con affetto, V.

V

V nasce a Roma e sin da bambina, quando si divertiva a scratchare con gli inconsapevoli vinili di Mina acquistati in gioventù dalla madre, capisce che il suo scopo nella vita è conoscere quanti più suoni possibili (oltre a quello di essere bannata dalle pagine Facebook della Lega ovviamente). Influenzata dalla scena raver dei primi anni 2000 ama il suono della cassa a 4/4 avvolta da un sub sinusoidale. Manager e co-founder de “Il Rappuso”, attualmente lavora come producer e dj.

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