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Phedra: “Viva l’hip hop, viva le donne, viva la libertà!”.

1. Iniziamo parlando della “Pussy Power” nella quale sarai ospite il 7 ottobre. Cosa ti aspetti da questo evento, che avrà 2 protagonisti assoluti, L’HIP HOP e le DONNE?

Bella a tutti e tutte e grazie al Rappuso per lo spazio concessomi 🙂

Dalla serata del 7 fondamentalmente mi aspetto che chi ci conosce già artisticamente venga a supportare rimanendo entusiasta come spesso accade, e chi non ci conosce venga per poi dire “ammazza oh quanto spaccano queste, non pensavo”

2. In che modo l’essere donna oggi influisce sulla carriera di un’artista all’interno di questo genere e quanto ha influito e sta influendo sulla tua?

Influisce tantissimo, e chi dice il contrario non ha capito un cazzo o fa finta di non capire.

Ti va bene se sei bravina: “Spacca per essere una donna”. Ti va un po’ peggio se sei forte, se non canti ma rappi come si deve, se non ti presenti come una scema. Nel mio percorso ha influito e tutt’ora influisce molto, la gente guarda con chi stai, che predisposizioni hai, che foto metti su ig (con me si casca male male visto che per lo più posto foto di piatti culinari e fiori, facendolo un po’ apposta direi). Per esempio nella mia esperienza sono stata esclusa da determinati giri e situazioni vuoi perché non ho mai accettato compromessi, vuoi perchè non ho mai accettato un certo tipo di avances, vuoi perchè molte donne che stanno in fissa con il rap, e con i rappers vedi le groupies, non ti supportano a prescindere proprio per gelosia e invidia per un tuo eventuale successo o contatto assiduo con i loro “miti”. Questo perché spesso molte critiche infondate partono proprio da loro, dalle stesse donne.

3.Qualora lo fosse, quanto è ancora radicato il maschilismo in questa cultura?

Mha… come d’altronde potrebbe essere radicato il femminismo in un centro estetico. Se entrasse un uomo tutte lo guarderebbero e poi si guarderebbero tre loro pensando “e mo questo che deve fà”. Non perché ci sia qualcosa di male, anzi, ma perchè in quell’ambito le donne rappresentano la maggioranza. Si, il maschilismo c’è, è ancora radicato in questa cultura. Ma ogni donna ha il diritto di combatterlo a modo suo. Per quanto mi riguarda nessun Manifesto rappresenta la mia posizione a riguardo. Il linguaggio e l’attitudine del rapper spesso è diretto duro e grezzo, si rapportano tra loro in un certo modo e nei pezzi si sblastano, si dissano usando termini forti. Ecco, io non voglio avere un trattamento diverso o più docile perchè sono una donna. Se vengo attaccata pesantemente rispondo. E’ una sorta di gioco. L’importante per me, se vogliamo parlare di testi grevi, è che non si scada nel razzismo e nell’omofobia (omofobia vera, non intercalari linguistici) perchè a quel punto non solo mi fai schifo ma ti sputo addosso.

4. Fai il nome di 3 artiste che dovremmo assolutamente ascoltare.

Oddio no, questa è la classica domanda che crea zizzania visto che siamo più di tre ma comunque poche e ci conosciamo tutte. Posso dire invece chi sia la mia rapper donna preferita in assoluto, la più forte, ovvero Sally Bowles aka Lady Larri. Da sempre e per sempre.

5. Come vedi l’attuale scena rap italiana e dove si colloca la tua musica nella stessa?

L’attuale scena è impegnata nella rincorsa dei trend:

“cosa va per la maggiore in questo periodo? la trap? l’autotune? bene, facciamolo anche noi! Ma solo per dimostrare che lo sappiamo fare”

“Va di moda usare termini giapponesi? bene, chiamiamo i pezzi con nomi giappi anche noi”

“Va di moda una certa strategia mediatica? bene azzeriamo le foto di ig anche noi, facciamo uscire i pezzi così, a quell’ora, in quel modo e su quella piattaforma, evvai.”

ecc ecc

La mia musica, la mia persona, il mio modo di essere, si collocano in un punto molto lontano da queste dinamiche. Ma devo dire che essendo meno produttiva degli altri artisti (visto che ho una vita privata un po’impegnata con delle priorità assolute) è anche giusto che sia così. Probabilmente se investissi il tempo che investono loro anche io adotterei queste strategie (social e non solo) usando ogni mezzo per emergere.

6. Cosa possono aspettarsi i nostri e i tuoi supporters in futuro da te?

Si aspettano intanto delle scuse visto che non ho ancora fatto uscire “Hardcore”, per validi motivi. E spero che mi credano se dico che sono ritornata in studio e sono pronte molte cose che prestissimo farò uscire, una dopo l’altra. Dovranno aspettarsi del buon rap, principalmente hardcore.

7. Lasciaci con un auspicio che coinvolga L’Hip Hop e le Donne.

Viva l’hip hop, viva le donne, viva la libertà! Non dobbiamo solo rappare e accontentarci di rappare come se fosse una conquista. Dobbiamo rappare BENE.

Ci si vede il 7! Un abbraccio a tutto lo staff del Rappuso, alle mie colleghe, e a Livia che ha messo su questa situazione 🙂

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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