Live in town

Toto28, il rapper calabrese sul palco di It’s up 2U

Ciao Toto28, partiamo dal concept di uno tuoi pezzi già fuori, ovvero “Sticazzi”. Una teoria romana che a quanto pare hai fatto tua. Cosa ti porta oggi all’interno della realtà sociale che viviamo ad affermare “Sticazzi”?

“Sticazzi” per me è uno stile di vita. Uno status derivato sia dall’influenza romana che ho avuto sin dalla nascita, sia dal concetto del “me ne frego”. Io e i dogmi della società siamo due cose totalmente differenti. Non voglio rimanerci intrappolato dentro: alle regole della società rispondo con “sticazzi, io faccio a modo mio”.
Nella canzone dico “sono arrivato dopo, ma sticazzi” perché sono un ragazzo di 24 anni, che ha iniziato a scrivere a 23, ma ciò non toglie quanto io creda in me, nella mia musica e nei contenuti che ho da trasmettere.
Nel testo si può ritrovare tutta la voglia di credere in se stessi e nei propri sogni. Quindi “sticazzi, ma fino na’ certa”. Bisogna impegnarsi.

I tuoi testi risultano molto diretti e sembrano raccontare la rivalsa di chi ha deciso di combattere, magari altrove. Quanto, per te, la musica è un mezzo per andare a prenderti ció che nella vita ti eri prefissato?

So che sembra una frase fatta, ma la musica per me è tutto, la vivo pienamente ogni giorno, soprattutto da quando ho scoperto la mia scrittura; è li che ho capito quanto potesse diventare la mia vita, dato che mi ha aiutato a trovare pienamente me stesso, e mi ha fatto capire quanto potessi comunicare sia con me che col mondo.
Gli obiettivi che mi pongo sono molto alti, sempre, in tutto. Non ricordo chi diceva “punta sempre alla luna, male che va rimarrai in mezzo alle stelle”, ma per me è diventato un motto, come tante frasi del rap che hanno segnato il mio modo di vivere e affrontare le cose.
Perciò sono sicuro che con la musica raggiungerò i miei obiettivi, ma soprattutto vivrò bene con me stesso e non succube di una società arretrata e malata.

Quali sono gli artisti che ti hanno ”condizionato” nel tuo percorso artistico e quali sono le sonorità che daranno vita al tuo prossimo progetto?

In assoluto Guè Pequeno e Marracash, ma di certo non sono gli unici. Da piccolo non ascoltavo solo rap ma anche i cantanti preferiti dei miei genitori: Tiziano Ferro, Baglioni, Venditti, Mango, Califano, Eros e Max Pezzali, ecc. Poi crescendo ho conosciuto il rap, sia italiano che americano, e quindi i Dogo in primis, Fabri Fibra, 50 Cent, Wiz Khalifa, Tupac, Notorius, Lil Wayne, Jay Z e via dicendo, insomma il genere che più mi interessa.
Comunque sono amante di tanti generi, come regaeton, r&b, house, l’attuale trap, ma con i contenuti.
Quindi le mie influenze musicali sono molte, ma nell’EP che ho in progetto, di cui Vita Maldita e Sticazzi fanno parte, con il mio produttore Gekai siamo andati principalmente sull’elettronico usando più strumenti. Ma ho già un infinità di idee per i progetti futuri.

Dove collocheresti la tua musica all’ interno dell’attuale scena rap italiana?

La collocherei nello spazio di chi ha qualcosa da dire, da sfogare e da raccontare principalmente. Di certo non tra chi vuole fare del suo messaggio solo un’immagine che faccia hype.
Io col rap mi racconto. Ed è dalle mie verità che esce fuori tutto il mio immaginario, la mia creatività e la mia ancora scarsa cultura, che provvedo ad arricchire ogni giorno.
Sono uno che bada molto ai contenuti, ai valori, non alle cose futili.
Non nego però che voglio raggiungere i primi posti nella scena, ma con le mie forze, senza vendermi.
Per cui chi mi ascolta sa che voglio comunicare qualcosa, che sia allegro, triste o incazzato, sanno che sono sempre io; e a prescindere da che lo possano condividere o meno, non venderò la mia anima mai per nessuno.

Cosa possono aspettarsi da te coloro che verranno ad ascoltarti sul palco di “It’s up 2U”?

Sul palco sono totalmente me stesso, ed ho una voglia matta di spaccare, divertirmi e far divertire. Per cui non rimarrete delusi ragazzi, portate anche i vostri amici. T28 è nel posto, e vuole vincere il suo primo contest insieme a voi!

“It’s up 2U” vi aspetta domani, sabato 30 Novembre 2019 a Largo Venue

V

V nasce a Roma e sin da bambina, quando si divertiva a scratchare con gli inconsapevoli vinili di Mina acquistati in gioventù dalla madre, capisce che il suo scopo nella vita è conoscere quanti più suoni possibili (oltre a quello di essere bannata dalle pagine Facebook della Lega ovviamente). Influenzata dalla scena raver dei primi anni 2000 ama il suono della cassa a 4/4 avvolta da un sub sinusoidale. Manager e co-founder de “Il Rappuso”, attualmente lavora come producer e dj.

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