Rap italiano

Drimer scrive ancora e a noi va bene così!

Il nostro caro Drimer non ha bisogno di presentazioni.
Carico come una bomba ritorna con un nuovo progetto musicale: “Scrivo ancora 3”, sequel di “Scrivo ancora” (2017) e “Scrivo ancora 2” (2023)
.

A differenza delle precedenti pubblicazioni, Scrivo ancora 3 presenta una maturità diversa, arricchita da collaborazioni importanti come: Inoki, Jack The Smoker, Willie Peyote, Brenno Itani, Schiuma, Loge, Bruno Bug, Ticky B, Giovane Feddini, CRVEL e Dj MS.
Nelle14 tracce Drimer, complice il diverso stile dei vari ospiti, spazia tra più sottogeneri del rap senza sottrarsi al confronto con sonorità pop; passa da brani più d’impatto ad altri profondamente introspettivi, dimostrando di aver affinato la sua versatilità e di aver raggiunto un livello di maturità artistica maggiore rispetto al recente passato. La maggior parte delle produzioni musicali sono opera di Big House, collaboratore di lunga data del rapper trentino, che però, nei suoi dischi precedenti, aveva firmato molte meno basi. Il resto dei brani sono prodotti da Ric De Large e Marza, da Yazee, da Superape e CRVEL, e dal giovanissimo Noise Joke.
Siamo stati invitati per il pre-ascolto del mixtape e, insieme a Dj MS, Drimer ci ha seguito traccia per traccia, raccontando aneddoti molto interessanti legati alla realizzazione di alcuni testi e produzioni.
Uno tra tanti, quello inerente alla traccia in collaborazione con Willie Peyote, Moriremo tutti, ha per protagonista Reiven, rapper e freestyle catanese, anche lui membro della FEA, che all’interno di una nota audio inviata a Drimer gli disse: “E’ inutile farsi un migliaio di seghe mentali, tanto moriremo tutti […] quindi, la cosa importante è fare ciò che ci va di fare; essere felici sul momento… e fare!”.
Questo messaggio fu come un “inception” per Drimer, un invito a mettersi in gioco con serenità, nei limiti del possibile, tanto “moriremo tutti prima o poi”.
Non vi nascondo che questa cosa mi ha fatto ridere un sacco, anche perché conosco Reiven e il suo senso dell’umorismo.
Andando avanti con l’ascolto dei vari brani ho notato l’enorme versatilità di Drimer nel cambiare stile e flow. Forse per accogliere meglio l’ospite che prende parte al brano, o forse semplicemente perché ama mettersi alla prova e spaziare con vari stili. Si nota molto l’influenza americana, infatti non nega di essere un fan di Kendrick Lamar, ma anche di molti rapper nostrani, tra i quali Fabri Fibra.
Il suo talento camaleontico gli permette di sperimentare al meglio la musica e la scrittura, il che è un’abilità per niente comune tra gli artisti degli ultimi 15 anni.
Drimer, secondo il mio punto di vista, è tutto! Si evince, fra l’altro, che il suo amore verso l’hip hop non ha limiti.
Ogni traccia è unica, ma allo stesso tempo tutte si compenetrano a vicenda poiché le varie tematiche trattate sono legate tra loro coerentemente, come in un unico discorso.
Un’altra traccia che mi ha colpito molto è stata L’amore; un urlo di dolore da parte dell’artista, che prova rabbia e vergogna per un tema costantemente attuale, purtroppo, ovvero la violenza sulle donne e il femminicidio: “Ho scritto questo pezzo quando ho realizzato che tantissime donne, anche quelle più vicine a me, sono state e sono vittime di violenza”.
Si pone delle domande Drimer mentre parla con noi, “l’amore è questo?”.

La traccia è uno storytelling raccontato dal punto di vista di una donna vittima di violenza da parte del compagno. Per tutto il tempo dell’ascolto ho avuto un brivido costante lungo la schiena, non riuscivo a distogliere la mia attenzione dal testo. La storia era palesemente inventata, ciononostante ho provato un malessere tipico di quando vieni a conoscenza della dipartita di una persona a cui hai voluto bene, quella sensazione di impotenza di fronte ad una situazione più grande di te.
Drimer è riuscito a cogliere, in pochissime e semplici parole, un’emozione che lui non potrà mai provare, non essendo una donna, ma si è posto come testimone di una violenza sotto gli occhi di tutti e troppo spesso sottovalutata.
“Lui si alza da tavola, ribalta la cena. In mano ha un coltello e mi guarda. Finalmente dopo tutte le coltellate alla schiena riuscirai a farlo guardandomi in faccia […]”.
Dopo aver ascoltato questa barra, ho avuto la pelle d’oca. Non è facile per una donna mettersi nei panni della vittima, tanto meno per un uomo. E’ una cosa che ho apprezzato molto… Bravo Drimer!
Uno dei singoli che hanno anticipato l’uscita del mixtape, “Hall Of Fame”, con il featuring di Inoki, è un manifesto di questa cultura urbana. Tra gli inediti spicca “Nati per questo” con Jack The Smoker e Giovane Feddini, una vera e propria dichiarazione d’amore, rabbiosa e consapevole, per il rap.
E’ già disponibile su tutte le piattaforme digitali da ieri, venerdì 20 Giugno.

Claudia La Disagiata

Claudia Sciacca Aka La Disagiata, nasce a Catania sotto una buonissima stella del Leone. Cresce grazie al buon cibo siculo che le donano bellezza e cultura. Figlia di due medici, si occupa fin da piccola dei problemi altrui, dedicandosi ai rapper della propria città come una psicologa, perché “stanno malissimoh“. Si laurea all’accademia di Belle Arti di Brera grazie alla formidabile venerazione per tutti i santi che cita durante le giornate più dure. Vive a Milano con molta fatica perché fa diversi lavori, ma sicuramente non ha un lavoro serio. Scrive per ritrovare l’orgoglio smarrito” come Mària de Il divano scomodo di Maccio Capatonda.

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