Hydra è il mostro finale nella Locanda Del Drago. L'intervista

Hydra è uno dei freestyler migliori di sempre. Mattatore assoluto della disciplina, ha saputo fare piazza pulita ed incetta di premi nelle battle sparse per tutto il territorio nazionale.
Hydra si è costruito una delivery credibilissima, ed è stato identificato come un punchliner d’eccezione. Negli ultimi anni, sempre più freestyler, hanno deciso di mettersi in gioco nel mondo del rap game, attraverso la creazione di progetti in studio.
L’universo di un album è nettamente differente dalla concezione live e d’impatto del freestyle, per cui la sfida è tutt’altro che banale. Essere una leggenda del freestyle, non garantisce automaticamente la buona riuscita di un disco.
Hydra, si è messo in gioco ed ha pubblicato Locanda Del Drago, progetto strutturato in 15 brani, esenti da featuring. Il lavoro è un compendio rap, fitto di punchline, barre taglienti e riflessioni di un certo calibro, pensate e scritturate dalla mente di un antieroe.
Hydra conferma le sue doti e si cala sui beat con un mood politicamente scorretto che non è mai banale o fine a se stesso.
L’artista, offre al pubblico il suo taglio hardcore, sorprendendo per la qualità insita nel comparto tecnico-metrico. Ho avuto il piacere di intervistare Hydra ed approfondire Locanda Del Drago. Prima di passare alla lettura dell’articolo, schiaccia play e goditi il viaggio!
Ciao Hydra e benvenuto!! Locanda Del Drago è il tuo primo album. Quale esigenza specifica ti ha portato alla creazione del disco e come sei riuscito a far combaciare la creatività da freestyler con la stesura di un disco?
Ciao! Io penso che qualsiasi persona che fa rap da un tot di tempo, abbia il cervello compromesso e ogni volta che sente una parola ci inizia a cercare doppie rime, giochi di parole o vocaboli foneticamente associabili.
Nel momento in cui ho deciso di fare freestyle esclusivamente negli eventi di punta, tutte queste parole che avevo in testa, andavano messe da qualche parte.
Per quanto riguarda il resto: a me fare freestyle ha aiutato, tutti i provini del disco sono stati fatti in casa da me e quasi tutto è stato registrato in freestyle poco alla volta, infatti quando dovevo ri-reccare le voci in studio, avevo bisogno di riascoltarmi il pezzo e riscriverlo, mannaggia.
Sei un antieroe che si oppone a tutta una serie di cliché, trend e status sociali. In vari episodi del disco, il tuo rap, utilizza ironia e politicamente scorretto per trattare determinati contenuti di spessore. Come coniughi tutti questi aspetti e come riesci a trovare un equilibrio tra apparente leggerezza, creepy e profondità?
Ho semplicemente iniziato ad ascoltare rap nel periodo d’oro di Fabri Fibra, nessuno mi ha influenzato come lui. Sono felice ti sia arrivato questo equilibrio, mi piace cercare di camminare su quel sottile filo rosso.
A volte inciampo, soprattutto in freestyle dove non puoi cancellare e rifare. Voglio bene a tutti: per favore non denunciatemi.

Locanda Del Drago è un album rap, nel senso più credibile del termine. Giochi di parole, metriche, flow, incastri. Il tuo è un egotrip di rivalsa, strutturato attraverso una scrittura di un certo tipo, cesellata a dovere. Una penna solida e credibile, oggi è merce rara nel rap game. Secondo te, da cosa dipende questo fattore?
Innanzitutto ti ringrazio. L’egotrip di rivalsa è prettamente “sportivo”. Sono cresciuto con Lil Wayne che faceva “Best Rapper Alive” e con Kanye che affermava: “I Am A God”.
Forse è proprio la mancanza di quella cultura e quell’agonismo che crea carenza di penne qualitative in Italia, mentre in America Kendrick Lamar fa strofe come quella su “Control”, per il puro scopo di dimostrare di essere il migliore.
Hydra, una delle frasi che più mi ha colpito è :”non mettere il potere dentro le mani di Tetsuo”. Credi che il potere corrompa l’animo umano o è l’uomo che si lascia travisare troppo facilmente?
Io penso che il potere cambi tutti, quella barra è un parallelismo tra il film “Akira” e la vita che viviamo tutti i giorni. Se tante persone ne seguono una, quella persona avrà potere, che poi userà per vendere dei pandoro.

All’interno del disco, critichi un po’ il modus operandi dei rapper e di tutto il circuito che gli ruota attorno, come promoter e manager. Noti un’eccessiva standardizzazione nel rap game italiano?
Più che criticare, dico che non mi interessano determinate dietrologie. Vengo dal freestyle, dove chiunque può competere ad armi pari e conta quello che fai tu sul palco.
“Questi riflettori non mi cambieranno mai”. Una frase molto forte, frutto di una personalità integra. In una società in cui spesso il rap è mero intrattenimento, tu lo concepisci ancora come movente di crescita interiore ed esteriore?
Io penso che debba essere entrambe le cose, sicuramente farlo mi ha dato la possibilità di fare esperienze, visitare luoghi e conoscere persone che mi hanno arricchito tantissimo.

“Fanculo le views, il marketing, i contatti: non ho tempo da perdere con ste stronzate da bianchi”. Effettivamente, ascoltando il progetto, si percepisce che sei molto legato alla black culture. Per te è un aspetto essenziale che delinea un senso di appartenenza o si tratta semplicemente di cogliere le reference migliori per elevare le skill?
Beh, un senso di appartenenza direi di no, visto che sono bianco ahahah. La mia era una critica alla mentalità da calcolatore strategico compulsivo: molte persone sembra che giochino a scacchi, invece di fare musica.

Dal cavalcare il trend di tiktok, al cercare di fare qualsiasi feat che ti faccia fare numeri, mi capita di parlare con persone che si vivono male questa cosa, e gli cerco sempre di spiegare che se non si divertono ora che non sono nessuno, probabilmente non lo faranno mai.
Sei uno dei punchliner più forti in circolazione e il disco conferma a pieno questa tua caratteristica. Da cosa attingi per migliorare le tecniche al riguardo?
Le punchline sono semplici frasi ad effetto o delle intuizioni che hai. Ibrahimović fa punchline ogni volta che parla, e probabilmente non sa nemmeno cosa siano, sicuramente avere il cervello che ragiona verso una determinata direzione, ti agevola da quel punto di vista, ed essendo cresciuto guardando e facendo battle, diciamo che è una conseguenza naturale.
