Interviste

Intervista a Rafilù

Da Venerdì 27 gennaio è fuori ovunque il nuovo album di Rafilù “Piazza Noia”, un percorso nel quale l’artista campano ha voluto farsi testimone di questo luogo, fisico e concettuale, fotografandone la cruda realtà. Tutti hanno la propria “Piazza Noia” e noi abbiamo voluto conoscere meglio quella di Rafilù.

“Piazza Noia” è un disco che racconta le tue radici, dimostra l’appartenenza alla tua terra ma nello stesso tempo parla di voglia di rivalsa, spesso da cercare altrove. Come vivi questo processo di vita? Hai più speranza guardando al futuro o più nostalgia se ti guardi alle spalle?

Le mie radici sono quello che sono. Sono di Caserta, vivo a Caserta. La voglia di rivalsa è ovvia, perché so di appartenere ad una città di serie b, anzi serie d, ultima in classifica per vivibilità in Italia per diversi anni, adesso siamo penultimi perché Catanzaro ci ha sconfitto, ma Catanzaro non ti preoccupare perché torneremo più schifosi di prima! Perfino Casoria sta messa meglio di noi!

Il sentimento di rivalsa è ovvio perché lo sai, lo senti; io sono andato via, ho vissuto tre anni ad Arezzo e tre anni a Bologna, poi sono tornato perché quella è casa tua e ovviamente “Ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja” .

Ho più speranze rivolte al futuro perché al giorno d’oggi abbiamo i mezzi per creare delle cose. Anche il fatto che io e Speranza siamo stati i primi a Caserta ad arrivare ad un pubblico un po’ più grande nel contesto rap ti fa capire che comunque adesso con i social, internet e il resto abbiamo creato tante situazioni. Lo vedo anche con delle piccole associazioni e delle cooperative a Caserta, ci stiamo muovendo verso qualcosa di meglio.

Cos’è per te la Noia? Una condizione dalla quale sfuggire ad ogni costo o qualcosa con la quale è giusto imparare a convivere?

Una cosa con la quale è giusto imparare a convivereperché la noia ha un lato negativo e un lato positivo. Il lato negativo è che puoi rischiare di cadere in brutti giri per cercare una via d’uscita, però se tu sei una persona creativa puoi riuscire a creare qualcosa che può essere musica, arte, praticare uno sport, il teatro, studiare. Se non ti annoiassi, non ti divertiresti.

In “Piazza Noia” sono presenti ben sette featuring. Come hai scelto coloro che ti hanno accompagnato in questo disco?

“IL MIO VINO” l’ho scritto con Speranza, perché volevo che fosse un pezzo che parlasse di noi. Tutti gli altri li ho scelti in base al sound della traccia, per esempio Nerone mi piace quando rappa sulle basi un po’ emotive, anche per Cicoria, avevo fatto questo ritornello con una reference old school, e ce lo volevo sopra. Poi ci sono featuring che ho fatto per un fatto per spingere giovani artisti in cui credo come Mooncler e Anouarinho, due ragazzi giovanissimi che volevo assolutamente inserire nel disco, anche per far capire alla gente che puoi fare anche un disco con nomi grossi, ma puoi anche mettere nomi di artisti emergenti che hanno lo stesso talento.

Nella traccia “Fuori dai guai” possiamo ascoltare: “Dormo povero a Milano e mi sveglio ricco a Caserta”. Vorremmo capire cosa c’è dietro queste parole e se pensi che un giorno un tuo collega Milanese si troverà mai a dover scrivere il contrario.

Se un collega di Milano scrive una cosa al contrario è solo perché è venuto a Caserta ed è stato rapinato. Riguardo al significato della frase, è il ricordo che ho tuttora di prendere il treno Napoli-Milano con 20 euro in tasca, poi tornare a Caserta a fare le serate, quel sacrificio di prendere un regionale con cui ci metti 10 ore per arrivare a Milano, mi ha portato a vivere un po’ meglio a Caserta. È stato un sacrificio comunque perché l’abbiamo fatto diverse volte, sia io che Speranza insieme, è una cosa che ricordo molto bene.

Ti chiediamo di concludere l’intervista con un messaggio rivolto a tutti coloro che leggeranno e che stanno vivendo la loro “Piazza Noia” proprio oggi.

Ogni “Piazza Noia” ha una chicca, per esempio noi avevamo una persona che adesso non c’è più, una persona molto più grande di noi che stava sempre in piazza ed era un punto di riferimento per i ragazzi. Se ci volevi parlare, ti ascoltava e ti potevi sempre sfogare. Le altre piazze hanno sempre qualcosa, magari hanno il bar dove il barista è qualcuno con cui puoi parlare di musica… cercate la chicca, la perla della vostra “Piazza Noia”, esiste sicuramente.

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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