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Picciotto torna con un dissing alla politica – Intervista

Picciotto, il rapper di Biancavilla è tornato. Lo avevamo sentito l’ultima volta a maggio 2023 con il singolo Come Picciotto, arrivato subito dopo la promozione del suo terzo disco ufficiale e del singolo Precario dello stato, che lo aveva visto trasformare il problema del Superbonus in un Rap ed esibirsi durante un comizio elettorale tenutosi a Catania sotto invito del leader dei grillini Giuseppe Conte.

Oggi torna con il singolo GIORGIA, un brano schierato e di protesta politica.
E noi non abbiamo perso tempo! Gli abbiamo subito fatto qualche domanda!


Picciotto, secondo te perché i pezzi rap sono sempre meno politici?

Da oltre un decennio il rap ha preso un’altra direzione. La maggioranza dei rapper preferisce autocelebrarsi, trattare argomenti leggeri e comunque poco impegnati sul sociale. Quasi tutto verso la corsa del successo, e non è mica trattando argomenti caldi la strada da percorrere per fare business.

Qual è il problema? Non sono preparati o temono un giudizio dalla gente?

Il rap è pur sempre un genere musicale fatto da giovani. Purtroppo, sempre più giovani si allontanano dalla politica perché non ne percepiscono l’importanza e di conseguenza ciò li rende poco preparati.

Tu sei schierato da sempre. Senza parlare di partiti, quali sono le tue idee politiche se si parla di diritti ed economia?

In realtà non sono mai stato un amante delle bandiere politiche. Seguo la politica con i loro protagonisti, per me ciò che conta è fare buona politica, e per far ciò bisogna mettere in piedi leggi, agevolazioni e progetti che aiutano sempre più lo sviluppo economico di un Paese, i lavoratori e le famiglie economicamente più disagiate. Poco conta destra o sinistra, contano di più le proposte di legge, i programmi elettorali e la loro realizzazione. Sono simpatizzante dell’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Secondo me lui ha fatto davvero delle azioni importanti per l’economia del Paese e per i diritti dei cittadini più poveri perché senza lavoro. Ha realizzato oltre l’80% del suo programma elettorale.

Come mai hai fatto un dissing alla politica?

Mi stupisce di più perché tanti colleghi non lo fanno. Il rap nasce pure dalla protesta politica e dal disaggio sociale.

Nello specifico di cosa parli nel brano Giorgia?

Giorgia Meloni dopo un bel po’ di anni passati a fare una spietata opposizione, si ritrova da oltre un anno a governare il nostro Paese. Bene!! Dove sono finite tutte le iniziative che ha sbandierata prima di assumere il ruolo di Presidente del Consiglio? Tanti slogan e basta? Sul ritornello dico: “Il dramma è il tuo programma finto come un ologramma”. Ecco!

Il video ti vede indossare numerosi panni. Vuoi più che le persone si immedesimino nel tuo pezzo o sei tu a volerti immedesimare nelle persone?

Picciotto è un Uomo come tanti. Un uomo che tutto il giorno lavora e che va a votare quando il dovere chiama. Sul video ho voluto rappresentare degli esempi di lavoratori.

Il pezzo è diretto. Hai paura di ripercussioni?

Certo che il pezzo è diretto, ci mancherebbe. Un dissing che solo l’artista capisce che dissing è? Non ho mai avuto paura di ripercussioni nei brani che scrivo, ho fatto in passato anche pezzi più spinti contro le mafie locali, dove davvero ho rischiato.

Credo che ci sia ancora la libertà di pensiero in Italia, no? Anche se ultimamente molti giornalisti iniziano a temere ciò. Vedi i casini tra giornalisti RAI e Giorgia Meloni.


Il brano anticipa il tuo prossimo disco? O si tratta di un singolo a sé stante?

Nessun disco in progetto. Attualmente sto producendo dei singoli, ma ho in mente di comporre una raccolta mettendo dentro i pezzi che hanno avuto più seguito, aggiungendo dei remix e degli inediti. Magari “Giorgia” sarà dentro.



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