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Il rap non fa rima con fascismo!

Che il rap e l’hip hop, in quanto cultura, siano distanti dalle ideologie di estrema destra e cosa storicamente risaputa, ma a quanto pare non più scontata. Infatti è notizia degli ultimi giorni l’esibizione di un “gruppo rap” programmata in Calabria. I collettivi del luogo e gli esponenti della scena calabrese hanno subito preso le distanze da questo tipo di “manifestazione”, ricordando quanto questa cultura, che nasce tra gli afroamericani e che da sempre aborra il razzismo in tutte le sue forme, nulla abbia a che fare con gli ideali politici di una destra sempre più razzista e portatrice d’odio. Concetti, questi, espressi anche nei testi di questi “pseudo-rappers” che oltre a non aver alcuna dote tecnica strumentalizzano i propri testi in funzione del loro credo fascista. Ora si potrebbe parlare per ore della politica nel rap, potremmo parlare per ore delle “posse” e dei centri sociali, ma che vi piaccia o no, quei movimenti antecedenti agli anni 90 hanno fatto dell’hip hop il giusto uso, raccontando realtà sociali in difficoltà, raccontando i quartieri e descrivendone i suoi abitanti senza distinzione di sesso o colore. E questo è ciò per cui nasce questo movimento culturale chiamato Hip Hop.

In molti rivendicano il concetto di libertà di espressione per tutti. La cosa che ci lascia interdetti è che a rivendicarlo siano gli stessi personaggi che appoggiano ideologie che da sempre, spesso e volentieri con l’uso della violenza, reprimono ogni forma d’arte e di pensiero che non sia la loro stessa. E senza tornare indietro di oltre 70 anni, basta andare a ritroso di pochi anni, in Grecia.

Lui è Pavlos Fyssas, un rapper greco che faceva parte del gruppo Antarsia e che purtroppo ha perso la vita per una banale discussione . Una lite degenerata in un caffè a causa delle opposte appartenenze politiche. L’aggressore ha lasciato il caffè, ma è poi tornato con una quindicina di persone (che dall abbigliamento – è stato riferito – sembravano sostenitori di Alba Dorata: magliette nere e pantaloni con foggia militare) e ha aggredito Fyssas, accoltellandolo a morte. La vittima, noto come Killah P, ha rivelato il nome del suo assassino prima di spirare in ospedale: aveva almeno due ferite d’arma da taglio: una al cuore e un’altra alle costole. L’aggressore ha poi confessato non solo l’assassinio, ma anche la sua appartenenza ad Alba Dorata.

Per questa e per mille storie analoghe, l’Hip hop non riconosce e mai riconoscerà le politiche di estrema destra.

L’HIP HOP è ANTIFASCISTA E ANTINAZISTA!

 

 

 

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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