Rap italiano

Caos, il nuovo disco di Fabri Fibra – Recensione

Dopo anni di assenza dalle scene, avevo bisogno di tornare per mettere fine a quel caos interiore.
Fabri Fibra

Arrivato a quasi vent’anni da “Turbe Giovanili” e a cinque anni da “Fenomeno”, “Caos”segna il passaggio di Fabri Fibra da Universal Music a Epic Records (Sony).

Il disco, pubblicato insieme a un solo singolo estratto “Propaganda”, non è stato esente da contestazioni spesso anche ingiustificate e frutto di “misconception” nei confronti dell’artista.

Una delle prime critiche mosse è stata relativa alla comunicazione. Il Rapper aveva infatti anticipato l’uscita del disco il 1 Marzo attraverso i suoi social senza dare troppe spiegazioni e, in una società in cui la musica non può più essere separata dal marketing e tutto deve essere svelato subito, pare abbia creato ansia “da mancanza di informazioni”. Qualcuno ha parlato di “inconsistency” fra la scelta della titolo e quelli che erano i brani proposti, sostenendo che non c’è nulla di caotico nel disco, ma solo un Fabri Fibra non al passo coi tempi o anacronistico! Altri non vedevano invece l’ora di demolirlo, a prescindere, urlando allo scandalo quando qualche collega lo ha definito “il grande ritorno di Fibra”.

“Caos” è in realtà un ottimo disco che, contestualizzato al 2022, ha tutte le carte in regola per essere definito uno dei pochi dischi puramente Hip Hop proposto dal mercato major.

L’album, composto da 17 tracce, ha, nonostante quello che molti hanno sostenuto, un unico filo conduttore: Fabri Fibra e la ricerca di se stesso all’interno del caos che è la vita dal punto di vista sociale, musicale e personale. L’album mostra un Fabri Fibra maturo, diverso e consapevole dividendo le tracce in tre grandi aree tematiche.

Fabri Fibra e la sua rivalsa nei confronti della scena Hip Hop

Il disco si apre così, parlando di gavetta e di Fabri Fibra in quanto rapper. In “Intro (Cielo)” cita le tappe più importanti della sua carriera musicale sostenendo che ha iniziato a “guadagnare col Rap” per meritocrazia e non fortuna. La rivendicazione di se stesso è una delle chiavi di lettura di “Caos”. Fabri Fibra durante tutto il disco si divide fra colpe e meriti, fra certezze e incertezze, fra felicità e infelicità causate da un continuo intersecarsi di emozioni, delusioni e scelte di vita che lo hanno reso quello che è fra piaceri e rinunce. Fabri Fibra, abituato alla critica, propone un rap diretto mostrando l’esigenza di tornare per fare ordine e “mettere i puntini sulle i”. Lo dice in “GoodFellas” :“Basta unire i punti, ci sono cresciuto tra gli insulti, e torno sulla base per restituirli tutti”. È matuto Fibra e consapevole. Senza rimpianti ma non sempre felice di essersi mostrato come il rapper duro, frutto di un cliché. Durante tutte le tracce rimarca e provoca con il concetto di gavetta, sfidando gli haters e chi prova a dissarlo.

Fabri Fibra e la Società

Partono con “Propaganda” le critiche alla società, all’effimero, all’immagine e alla vita frenetica che viviamo oggi. Siamo nel centro del disco. Non mancano cenni alla Chiesa, all’immigrazione, ai social, alla cronaca e al mondo del lavoro per arrivare a sostenere in “El Diablo” che “l’inferno è sulla terra” attraverso una spietata critica all’ostentazione e alla ricerca del lusso. Fabri Fibra, parlando di attualità, fa spesso auto critiche a se stesso. Nonostante la frecciatina agli amici e come questi ti sfruttino nel tempo a seconda del successo che hai (“Amici O Nemici”), in pezzi come “Stelle” Fibra riconosce di essersi spesso ritrovato solo per mancanza di tempo e scelte sbagliate : “Ero dentro a una vitta di lusso a Los Angeles, si ma da solo”. Anche in questo senso il titolo “Caos” è coerente andando ad analizzare un Fabri Fibra cresciuto proprio in contesti che oggi critica e che rigetta, ponendolo di fronte a fatti che lui stesso sta somatizzando e accettando per poter andare avanti.

Semplicemente Fabri

Ansia, depressione, insoddisfazione, uso di droghe sono tutti argomenti presenti nel disco,ma soprattutto concentrate nell’ultima parte quando in “Noia”, l’artista dice: “Potrei dirti chi è davvero Fabri ma non c’ho voglia”. Il pezzo con Salmo e Gue, “Cocaine”, rappresenta il centro della sua turba personale e del caos interiore. Il disagio delle scelte del passato che lo hanno visto rinunciare a tanto per arrivare fino a dove è ora, fanno chiedere all’artista “Quanto successo devo fare per sentirmi amato? Tanto lo so che poi alla fine rimango fregato.” Nell’ultima parte del disco c’è solo Fabri, un uomo costantemente in guerra con l’essere realizzato e il sentirsi solo, non amato. Lo stesso concetto è in “Nessuno” quando dice “Canto così non sento a cosa sto pensando”, “per te non sono nessuno”. “Liberi” con Francesca Michielin riconferma il caos interiore di Fibra questa volta però, senza rammarichi, ma con la consapevolezza che l’artista è libero. Il pezzo è forse il più personale e il più conclusivo se si pensa alla dichiarazione di Fibra: “avevo bisogno di tornare per mettere fine a quel caos interiore”. Il brano parla di come ci si mostra, di come lui stesso si è mostrato in passato. “Liberi” è una vera e propria dichiarazione di intenti nel non voler più sottostare alle regole del gioco e nel non volersi più mostrare per quello che non è. “Liberi” è analisi, accettazione e presa di volontà nell’aver fatto ordine nel suo cosmo: la libertà della felicità.

Ph Mattia Guolo

Conclusioni e …. l’Outro?

“E lo so che non va più di moda fare l’outro perché nessuno ascolta più i dischi dall’inizio alla fine / ma vaffanculo questa è l’outro”

Fabri Fibra non è mai andato via, quindi “Caos” non può essere il suo ritorno. Semplicemente negli anni ha fatto dischi seguendo l’impulso del momento, discutibili magari, riconoscendo che di molti “non si vanta e non li canta ai concerti”. L’“Outro” è una delle tracce più importanti del disco: un flusso di coscienza che presenta Fibra, le sue fragilità, la sua voglia di rivalsa, i suoi meriti e le sue colpe. Nell’outro cè il tempo che passa, la fugacità della vita, i drammi sociali, il ringraziamento a chi ha lavorato con lui, ai suoi fan a cui “dedica ogni rima che chiude” e, infine, un sentito ringraziamento a se stesso.

Il caos di Fabri Fibra è interiore e lo mette a dura prova, dividendolo fra la consapevolezza che alla musica deve tutto (“la musica mi ha salvato“) e che la stessa musica lo ha privato di tanto (amore, amicizia, fiducia nel prossimo). Il caos è nell’essere tutto e niente, nel passare dalle rime trash ai lampi di genio e punchline d’effetto. Nell’essere mediamente qualunquista a lucidamente disarmante.

“Caos” ha un concept e un suono Hip Hop. Al pubblico potrà non piacere, a molti potrà non arrivare il senso,ma “Caos” è sicuramente uno dei dischi del 2022 che meritano attenzione.

Selene Luna Grandi

Italian journalist, creative and public relator. I moved to London in 2015 after several years of experience as war correspondent for some Italian Newspapers. I write, promote and I'm involved in projects about Medicine, Health, Urban cultures, Environment.

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