Interviste

“Fino a prova contraria”: intervista a Brenno Itani

Fino A Prova Contraria” è  il terzo album ufficiale di Brenno Itani, pilastro dell’underground bolognese e non solo. Liricista di spessore, in grado di dipingere immagini vivide con le sue barre, in questo nuovo progetto il rapper di Bologna si è messo in gioco uscendo dalla sua comfort zone, sperimentando a livello di sound e atmosfere, rimanendo però fedele al suo immaginario e ai suoi riferimenti. Abbiamo così deciso di fare 4 chiacchiere con Brenno per saperne di più sul percorso che lo ha portato a questo disco!

Ciao Brenno! Partiamo dal titolo: perché proprio “Fino a prova contraria”?

Fino a prova contraria perché non sappiamo mai come vanno davvero le cose. Bisogna sempre provare a immedesimarsi nelle situazioni e ad ascoltare più versioni. Fino a prova contraria è anche una promessa di perseveranza, lottare fino a raggiungere i propri obbiettivi

Questo disco ci ha sorpresi in primis per la varietà di suoni, stili ed artisti che lo compongono. Ovviamente il collante del tutto sei tu, che per forza di cose ti trovi a dover uscire da una “confort zone”.  È una sfida che ti sei posto in partenza?

In realtà no, è nato tutto in maniera spontanea, come tutti gli altri capitoli della mia discografia. Sono un pessimo pianificatore e purtroppo, alla soglia dei 33 anni, non penso di poter migliorare tanto da questo punto di vista, a differenza di quello musicale eheh.

A testimoniare i tanti volti di questo album, possiamo trovare featuring molto diversi tra loro: Noyz Narcos, Carl Brave e Drefgold, solo per citarne alcuni. Come hai scelto gli artisti che hanno collaborato insieme a te in “Fino a prova contraria?”

Erano tutti feat che sognavo da una vita e a sto giro, grazie a dio, siamo riusciti a fare coincidere tutti gli impegni e le uscite discografiche. Ne approfitto per ringraziarli tutti, siete i migliori!

Anche in questo disco, hai fissato Bologna al centro della mappa. Quanto conta per te l’appartenenza ad una città così fondamentale per la cultura hip hop italiana e quanto è importante doverla o volerla rappresentare? 

Ormai da anni è diventata una delle mie missioni principali. Cerco sempre di portarle un rispetto estremo, sia a lei sia a chi c’era prima di me, chi mi ha fatto scuola. Bologna deve tornare a splendere e io personalmente ce la metterò tutta per dare il mio contributo, per me è importantissimo

C’ è una traccia del disco alla quale ti senti più legato? Se si, perchè?

Ti direi la prima e l’ultima. “Bolo Safari” perché è stata una delle prime a dare il via a questo nuovo lavoro,  “Movimento” perché mette una pietra gigante sopra a un capitolo personale che mi portavo dietro dallo scorso album, “La promessa non mantenuta”.

In “Ultimo giro” citi una leggenda come Lou X e quindi la domanda sorge spontanea: quali sono gli artisti che nel tempo hanno ispirato la tua musica?

Sicuramente tutta la scena bolognese: Inoki, tutta la PMC, i Sanguemisto, i Cammelli. Uscendo da Bologna ti direi Club Dogo, Truceklan e chiaramente tutti i rapper più iconici di ogni zona d’Italia.

C’ è qualcosa in particolare che vorresti venisse colto da coloro che ascolteranno o stanno già ascoltando il disco?

Vorrei solo chiedere di non avere paura del cambiamento, il cambiamento è crescita.

“Fino a prova contraria” ci è parso da subito un disco potente, dalla grande energia e siamo curiosi di poterlo ascoltare dal vivo in futuro. Quanta è la tua voglia di portarlo live? Credi che nel 2023 la prova del nove per un artista resti comunque il palco?

Il live è sicuramente la prova del nove e purtroppo, ora come ora, tanti artisti – anche grandi – vengono meno in quest’ambito. Tra discoteche e dj set ogni tanto assistiamo a dei veri e propri karaoke; capisco però anche la situazione. Da parte mia chiaramente la voglia è alle stelle, non vedo l’ora di incontrarvi uno per uno in giro per l’Italia!

Il disco che abbiamo ascoltato è esattamente quello concepito in partenza o è frutto di un percorso di mutazione artistica?

Solitamente non sono uno che non ama stravolgere troppo le cose in movimento. Vado in studio quando sono sicuro del risultato e difficilmente faccio tanti cambiamenti alle tracce. Durante i lavori a questo disco, però, a un certo punto è subentrato un angelo, Junior K, che ci ha dato una grossa mano in tante piccole situazioni(brani riesumati, beat rifatti, arraggiamenti). Junior, se leggerai quest’intervista, voglio che tu sappia che sei stato incredibile. Ti voglio bene.

Cosa possono aspettarsi i tuoi e i nostri supporters da Brenno Itani nel prossimo futuro?

Sicuramente un Brenno più costante: tanti live e tanta musica nuova. Un ringraziamento al Rappuso, siamo fuori FINO A PROVA CONTRARIA!

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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