Rap italiano

Geolier: Il bambino s’è fatt’ “ruoss”

Chi è nato al sud Italia sa benissimo cosa voglia dire sognare; perché, chi come me, è stato abituato sin da bambino a guardare il mare osservandone l’orizzonte.
Il mare si confonde col cielo, blu entrambi. Blu, il colore dell’attesa e della giusta distanza dalle cose secondo la psicologia del colore.
Attesa, perché sai che dovrai attendere… attendere prima di poter conoscere e scoprire la tua individualità tra tutti gli altri pesci.
Avere la giusta distanza dalle cose, perché crescerai, e dovrai avere a che fare con la vita, con gli innumerevoli bivi che ti si presenteranno davanti, le scelte prese per errore e quelle che, ahimè, ti verranno appioppate.


Il tempo libero al sud lo si vive perlopiù in strada, tra i parchetti della città, gli odori, i sapori e l’aria. Il cortile della casa dei nonni, che anche se in centro, riesce a creare quel senso di protezione e sicurezza, nonostante ci sia la presenza delle macchine e i motorini.
Al sud è proprio così, non si passa molto tempo in casa; i bambini giocano per le strade e i vialetti delle varie abitazioni che a loro volta diffondono i profumi e i rumori familiari delle mamme che preparano il pranzo.
Il volume alto della Tv sintonizzata sul Tg regionale che racconta i drammi successi nelle ultime ore nella via proprio dietro la casa di un tuo zio. E si, tu hai solo sette anni e già comprendi le parole del giornalista e cosa vuol dire scontare una pena in carcere, perché conosci qualcuno che c’è già stato, qualche amico di papà o qualche parente.
Ma tu sei lì, a giocare per le strade della tua città, tra i rumori e gli odori che nessun altro posto al mondo ti potrà mai ricordare: Napoli, la tua città, la città dell’artista che sto trattando.
E’ proprio in questo scenario poetico e senza tempo che Il coraggio dei bambini prende forma; a distanza di tre anni dal primo disco, Emanuele Palumbo, in arte Geolier, sente di avere un debito immenso con la sua città e le sue radici.
La stessa Napoli che ha insegnato ai suoi figli che è possibile poter scegliere.
Nella traccia Ricchezza, Geolier racconta uno dei tanti valori che gli ha insegnato la sua famiglia, in particolare il padre, ovvero: “che è più difficile andare a lavorare (a faticà) che a sparare”.
Quest’ultimo è decisamente il brano al quale l’artista è più affezionato, che a sua volta, testimonia la possibilità di arrivare in alto inseguendo i propri sogni e obiettivi, facendosi forza soltanto con le proprie energie e mezzi a disposizione.
Il titolo del disco è stata la ciliegina sulla torta: dopo aver creato la track-list, Geolier ha pensato che il disco parlasse di come i bambini siano capaci di affrontare l’imprevisto senza timore, nonostante siano così innocenti e inesperti.


18 tracce in cui si trattano temi come l’amore, ricchezza interiore e materiale, la voglia di crescere in fretta che hanno tutti i bambini ma che poi ti si ritorce contro, come in Me vulev fa ruoss; la solitudine e il sentirsi in trappola; il concetto del tempo che passa; l’amore per la propria terra, le proprie radici e il “debito” che ha con essa.
Non mancano i pezzi autocelebrativi e da club, sempre trattati in modo elegante e con lo stile che lo contraddistingue.
Il suo fedele amico Dat Boi Dee ha prodotto la maggior parte delle tracce, in cui troviamo anche produttori come Daves The Kid, Poison Beatz, Michelangelo, Takagi e Ketra.
Non sono da meno i feauring in alcuni pezzi in cui fanno capolino nomi importanti della scena rap come: Sfera; Lazza; Gué, suo idolo e maestro; Paky; Shiva e Lele Blade.
Emanuele è l’esempio che, pur essendo un giovane adulto nato e cresciuto in una città difficile, accontentarsi e scendere a compromessi non è sempre necessario per realizzarsi.

Nonostante i suoi ventidue anni si può riscontrare una maturità musicale difficile da ritrovare in altri artisti della sua generazione; chissà se proprio quella splendida città piena di contraddizioni come Napoli, unita ai valori trasmessi dalla famiglia abbiano contribuito a renderlo tale.

Di sicuro l’evoluzione musicale e la complessità dei suoi testi lo rendono uno dei rapper più
talentuosi del momento.
Ne consiglio l’ascolto!

Articolo a cura di Claudia Sciacca

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