Rap italiano

Indie Rap in Italia, Daniel Mendoza fuori con “Pop Corn Scaduti da una settimana”

Daniel Mendoza è il precursore dell’Indie Rap in Italia. Storico membro de Gli Inquilini, è un rapper e producer di Roma anche co-fondatore del noto magazine Da-Bomb intorno al 2006, di cui è stato anche direttore, e della Street Label Records nel 2012. In questa intervista racconta del nuovo disco “Pop Corn scaduti da una settimana”, un titolo surreale e davvero particolare che vuole semplicemente descrivere come noi viviamo la società di oggi, fidandoci e consumandola. E poi si può realmente dire che i Pop Corn abbiano una scadenza?

Dopo il disco “Rivincita” in cui l’artista si presenta con un mood aggressivo, il nuovo disco ufficializza il cambio di tendenza all’Indie Rap proponendo un Daniel Mendoza più moderato e più vicino al pubblico. L’Indie Rap è la parola chiave per descrivere il nuovo stile che resta però appoggiato alla ricercatezza e all’attitudine Hip Hop che ha sempre contraddistinto questo artista.

Da quando hai iniziato con Gli Inquilini a oggi come è cambiata la scena Hip Hop?
Cambiata come è cambiato il mondo intorno. Abbiamo in pochi anni vissuto una rivoluzione digitale, in tutto. Se ci pensi, noi registravamo un disco nel 2003 con multi-traccia a mini disc e mezzi rudimentali e stampavamo i cd come unica soluzione per far girare la nostra musica. E si ristampava dopo aver venduto le copie stampate prima. Oggi nessuno compra, fanno i dischi di platino con gli streaming. Si è perso mediamente il possesso dell’oggetto, del supporto, che da necessità è diventato culto per collezionisti.

Penso si sia persa la spensieratezza e la necessità di fare musica come passione e rivalsa personale, oggi conta più il risultato, i numeri. Ci si entusiasma e deprime per numeri il più delle volte ridicoli o artificiali. L’Hip Hop è diventato un grande ideale che ha perso fascino verso i giovanissimi. Ora le fantomatiche quattro arti sono scisse e detto in modo terribilmente schietto, un ragazzino oggi inizia a rappare perché vuole diventare Sfera Ebbasta (che manco fa rap) e non gli frega una beata mazza dei breakers, dei dj’s o dei writers. Il più delle volte poi non è interessato neanche a conoscere la storia di chi o cosa l’ha preceduto.

Oggi si va veloci in tutto e non c’è tempo di approfondire o conoscere, si esegue cercando di emulare risultati che il più delle volte non sono neanche raggiungibili senza budget importanti. Non posso dirti se sia giusto o sbagliato, o fare la morale, è successo, le cose cambiano e o accetti i cambiamenti o puoi restare un nostalgico isolato dal resto del mondo. A te la scelta. Io ad esempio non ho ancora scelto, pensa un po’…

Ti consideri ancora parte di una scena, anche se il nome Daniel Mendoza è oggi accostato all’Indie Rap?
Si quella musicale. E’ la mia casa, e anche se spesso in questa casa non ci torno neanche a dormire la notte so comunque che è il mio tetto per sempre. Non frequento una jam rap penso da cinque/sei anni minimo, non per snobbismo ma perché mi sento oggi un pesce fuor d’acqua. Non ho critiche da fare, nessun risentimento e mai sputerò su qualcosa che fa parte del mio dna artistico e di vita.

Non amo però il concetto di comunità, soprattutto quando sfruttato e strumentalizzato per scalare posizioni o consolidarle all’infinito. Sono solista nell’animo, mi considero uno schivo di compagnia ma non ho necessità di sentirmi parte di qualcosa. Sono selettivo sto meglio in compagnia di pochi.

“Rivincita” è un disco rap hardcore, duro, estremo, incisivo, rabbioso. Dovevo chiudere un capitolo con forza e l’ho scritto e registrato come fosse uno sfogatoio. L’ultimo. Da quel momento ho capito che non avrei mai più voluto condividere con nessuno la mia rabbia interiore. Li ho forse ucciso una parte di me. Penso li sia morto un Daniel Mendoza e ne sia nato un altro.

“Pop Corn scaduti da una settimana” già dal titolo fa subito intuire qualcosa di diverso, meno cupo. In effetti è così, ho cresciuto il nuovo me pensando la musica in modo diverso, molto più elaborata nelle strutture e nell’esecuzione. Semplificando i concetti senza però perdere quella ricercatezza nei testi che mi ha sempre caratterizzato negli anni. Il nuovo album è un mondo differente, puoi definirlo rap più leggero, anche orecchiabile, o pop che ti bombarda di argomenti e che strizza l’occhio al cantautorato.


In cosa sono invece uguali?
Penso in nulla. Uguale resta la mia attitudine ma l’approccio è differente. Ascolti “Rivincita” e sei proiettato col pensiero in una vecchia jam rap, ascolti “Pop Corn scaduti da una settimana” e ti immagini proiettato in una serata di musica generica.


Come mai tanti singoli prima di arrivare a un disco? Come hai deciso che era il momento giusto?
Perché non volevo fare più un altro disco. Come non voglio farne un altro dopo di questo. Per me ogni disco è l’ultimo, non vedo il passo successivo. Questo mi aiuta a dare il massimo sempre. Poi a volte cambio idea e trovo nuove idee e stimoli per andare oltre. Sono iperattivo, devo sempre creare, è una malattia. Però ogni disco mi costringe a promuoverlo, fare foto, video, seguire iter che mi risultano sempre più angoscianti.

Ogni uscita per me è un profondo senso di colpa, so che potrei e dovrei fare di più per promuoverlo ma fatico. Questa mia mancanza consapevole mi causa uno stress psicologicamente massacrante. “Pop Corn scaduti da una settimana” nasce però proprio dalla voglia di chiudere un progetto nuovo fatto di singoli. Avevo bisogno di metterli assieme ad altri inediti nella stessa scatola e regalarla a tutti. Odio le cose incompiute, amo i punti e non quelli di sospensione.

Mi dici qualcosa del titolo e come si connette al disco?
So che è un titolo talmente assurdo che può incuriosire. I Pop Corn sono la metafora del nostro essere inconsapevolmente spettatori e consumatori. Li divoriamo come divoriamo e ci divora la vita ogni giorno. “Scaduti da una settimana” perché realmente non sappiamo se i pop corn scadono. Non avendo risposte certe, siamo predisposti ad accettare senza riserve una risposta esterna che non è detto che sia quella corretta. Ci fidiamo, o dubitiamo di una risposta che non conosciamo. Nel disco c’è tanta ironia e un’analisi spietata della società di oggi. Spesso le storie d’amore raccontate sono un pretesto per parlare di altro. Come faceva anche il primo Venditti se ci pensi no?

Daniel Mendoza è considerato il precursore dell’Indie Rap. Cosa si intende per Indie Rap?
Non penso di aver inventato nessun genere musicale. Penso però esistano tante diramazioni che partendo dal rap si sono trasformate in altro. Come Indie Rap si può classificare qualcosa che unisce la nuova scuola indie, per sonorità e assolutamente non per concetti, e il rap, magari rendendolo meno arcaico per gli ascoltatori generalisti. Potrei fare pezzi con milioni di incastri e ossessività tecnica ma ho più piacere che mi ascolti chiunque senza trovarmi troppo elaborato.

L’errore che abbiamo fatto noi rapper negli anni è escluderci, che non significa diventare dei pagliacci o delle marchette Sentirmi dire sei bravo ma non capisco un cazzo oggi però non mi gratifica. Non mi fa sentire un genio incompreso, un sovversivo, ma un’artista fine a se stesso o in esclusiva per pochi eletti. Sono più felice se oggi mi ascolti e ti faccio riflettere, sorridere, arrabbiare, ti suscito comunque un’emozione che comunicativamente ti arriva. Ho lavorato molto per arrivare a questo switch naturale.

Pic Virginia Pavoncello

Arriva per ultima, mi dici qualcosa di te? Chi è Daniel Mendoza biograficamente?
Se mi fermo e mi guardo dietro potrei spaventarmi. Potrei raccontare un’epoca e milioni di esperienze e questa cosa mi fa realmente paura. L’ho sempre detto, per me conta sempre ciò che faccio e sono oggi. Mi siederò e penserò a quello che lascerò quando smetterò di fare musica, ma non ho annunci ufficiali da fare.

Se devo sintetizzare in poche parole la mia carriera, nasco in periferia inizio a fare rap per dimostrare a tutti che esisto, un vero urlo di disperazione e rivalsa. Ottengo tantissime soddisfazioni sia col mio precedente gruppo che da solista e collaboro con tantissimi artisti oggi noti che popolano le classifiche nazionali o le hanno popolate in passato. Mai stato bravo a sgomitare o leccare il culo per interesse e lo considero un pregio non un difetto ma nel tempo lo paghi. Negli ultimi anni uscendo dalla mia comfort zone ho partecipato a diverse rassegne nazionali importanti di musica generalista ottenendo da outsider risultati davvero importanti e inaspettati.

Il Rappuso lo seguono tanti giovani. Ti va di consigliare qualcosa a chi vuole intraprendere il rap come disciplina?
Solo di andare per la propria strada e godersi ogni tappa del viaggio. Conoscere, scoprire, essere curiosi e avere grande tenacia senza dipendere da un risultato. Chi lavora qualcosa ottiene sempre. Fate quello che vi piace e non quello che deve piacere a tutti. Non abbiate paura. Mai.



Redazione

Il Rappuso nasce come pagina dedicata ai veri amanti del Rap italiano e promuove artisti sia emergenti che affermati. Per aiutare la cultura Hip-Hop ad espandersi, cerchiamo ogni giorno di mostrarvi video, date di concerti. recensioni, biografie, interviste, foto e notizie riguardanti artisti Rap del nostro bel Paese.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.

Pulsante per tornare all'inizio