Interviste

“Milord”: intervista a L’Elfo

Dopo la pubblicazione dei primi sei video-episodi in digitale e su YouTube a cadenza bisettimanale, L’ELFO ha presentato il progetto che li contiene tutti: MILORD. Il nuovo Ep dell’artista catanese, introdotto nella forma di una serie musicale a puntate, disponibile già dal 25 febbraio. Un Ep che ci ha pienamente convinti e del quale abbiamo voluto parlare con l’artista stesso.

Come nasce “Milord” e da dove viene la scelta di questo titolo?

“Milord” è stato scelto sia per un gioco di parole, perché mi piace questo mio “bipolarismo” come si è visto anche in “Gipsy/Prince” ad esempio, e sia perché certe volte sono tutto tranne che un Milord. Inoltre ho voluto fare anche riferimento al manga di Sailor Moon, con il suo personaggio iconico.

In questo nuovo Ep abbiamo l’impressione che tu abbia voluto sperimentare altre strade, oltre a quelle per le quali sei conosciuto e con le quali ti sei affermato. Quanto è importante questo processo per te come artista?

La cosa bella della musica è che oltre al crescere come artista, cresce anche la tua persona. Quindi la sperimentazione è dovuta a questa libertà di poter fare quello che ci pare, che è bellissima! Dovrebbe essere così secondo me l’arte, e soprattutto la musica.

I pezzi che compongono l’Ep sono stati rilasciati singolarmente, come fossero episodi di una serie televisiva. Per quale ragione hai scelto di non pubblicare l’intero Ep in una sola uscita?

Mi piaceva questa idea di rendere “Milord” una specie di serie TV, e poi era un periodo in cui mi ero fissato con “Stranger Things” e mi sono detto: “Facciamolo proprio come una serie TV, dove ogni canzone è un appuntamento diverso con una ragazza diversa”.

Possiamo dire, proprio per questo, che si può trovare un filo conduttore tra i brani di “Milord”?

Sì, certo che sì. Ogni traccia è, come dicevo prima, un appuntamento con una ragazza diversa, e fa capire tutti i disagi, soprattutto i miei, che si possono creare in una relazione.

Le produzioni sono affidate ad Angio ed Erre, due giovani ragazzi siciliani molto capaci. Cosa ti ha fatto scegliere loro e quanto è importante per te provare a far emergere artisti della tua regione?

Ho conosciuto questi ragazzi e ho notato che avevano questo mood molto lo-fi, molto vaporwave, tutte cose che negli ultimi anni mi hanno attratto molto. E poi sono comunque un ragazzo molto semplice, non è che posso regalare la mia “fetta di torta” a tutti, ma se vedo gente capace e soprattutto gente educata lo faccio con tantissimo piacere.

Restando in tema di regionalità, in “Milord” hai deciso di abbandonare il dialetto scegliendo l’italiano per il tuo rap. È una scelta che porterai avanti anche nei prossimi progetti?

No, è semplicemente una scelta momentanea perché nel progetto “Milord” non c’entrava nulla secondo me il dialetto! Per il resto rimango il solito Elfo imprevedibile, quindi ci saranno sempre sia pezzi di strada, sia pezzi conscious.

Cosa possiamo aspettarci da te nel futuro prossimo?

Sicuramente che non smetterò mai di fare musica! Se una persona mi segue e ama comunque il mio modo di esprimermi sulla base, non resterà mai deluso. Sono sempre lo stesso ragazzo che faceva musica quindici anni fa, e il mio modus operandi non è cambiato. Per me la musica è uno sfogo di cui sento davvero il bisogno.

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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