Big Eye

Price Mc ci racconta il suo “Tutto ciò che ho”

1 Ciao Price Mc! Com’è nato “tutto ciò che ho” che ho nella tua mente e come lo hai sviluppato?

Ciao ragazzi,”Tutto ciò che ho” nasce come un progetto che cerca di essere completo, stilisticamente, musicalmente e concettualmente. Concentro nel tape i principali avvenimenti della mia vita,o vite che ho attorno e sono influenti. In più do ovviamente il mio parere sulla scena in determinati pezzi,Da qui il titolo sopra riportato. Tape in cui ho invitato le persone con cui ho legato di più,prima in termini psicologici e di intesa,e poi musicalmente,quali: I miei fratelli Nost e Sputo Tdart e Stella Pesoli,tutti ragazzi dotati di grande talento,con gli ultimi due sopra riportati abbiamo creato a parer mio un pezzo bellissimo,che uscirà con video a tempo debito. Come ho scritto su copia fisica il progetto è un diario,in cui esprimo ciò che amo,ciò che odio e ciò che vivo,per renderlo immortale.

2. Ti sei ispirato o ti ispiri in generale a qualche artista della scena rap nel tuo modo di rappare?

Le influenze italiane maggiori, almeno per questo progetto sono state di Danno, Primo Brown ed anche il Fibra degli anni 2000. In termini stilistici l’america non manca,dai miei preferiti Method Man e Biggie. Psicologicamente un artista che è stato fondamentale per questo percorso è stato Kurt Cobain. Ho approfondito la sua ottica negli ultimi anni,e questa mi ha condizionato nelle circostanze sociali,e di conseguenza anche nei concetti trattati musicalmente,l’influenza più rilevante che mi ha dato è stata di tralasciare per un attimo lo standard tecnico,e far uscire un emotività che avevo dimenticato. Fondendo le due cose è uscito questo disco.

3. “Tutto ciò che ho” ti possiamo ascoltare su sonorità anche molto diverse tra loro con veri e propri esercizi di stile, ma quali sono le sonorità nelle quali ti senti più “a casa” come mc?

Come ho detto il progetto puntava ad essere completo, questa è la ragione di così tanti cambi di stile. Ma il campo in cui mi sento più a casa è sicuramente il funk,quello di “Zweimsakeit”,o “Diapason”. Poi dipende dalle mie condizioni psicologiche in quel periodo,ma tendenzialmente quello è lo stile che mi viene più naturale.

4. Il video di “Attitude” è già fuori. Un video dai concetti legati alle attitudini sane di questa cultura dove non ti risparmi nelle frecciatine alla scena fake. Qual è la tua visione dell’attuale scena rap e quanto è importante ad oggi avere “attitude”?

Bella domanda. Attitude è un pezzo che nasce allo scopo di ribellione alla tendenza,allo scopo di ricordare alla gente quali sono i concetti principali. Puoi fare la musica che vuoi,per me non c’è scena fake e non,c’è gente che fa musica e gente che costruisce musica,io parlo alla gente che la fà.
Avere un attitudine propria in questo decennio è fondamentale per me,siamo circondati da continui cambiamenti storici ed artistici,senza un atteggiamento,una personalità artistica,veniamo risucchiati in un vortice di tendenze che magari non esprimono realmente noi stessi,ed è qui che si perde il senso dell’arte.

5. Quali sono i concetti e i messaggi che vorresti far passare con questo mixtape? E pensi che verranno recepiti da chi lo ascolterà?

I messaggi che il mixtape tralascia sono molti,ed interpretabili. Uno dei più rilevanti è sicuramente battere il tempo. Restare nella testa di qualcuno,l’arte in questo campo è sempre un ottimo modo. Siamo di passaggio,perciò dobbiamo lasciare qualcosa.

6.Cosa possiamo aspettarci in futuro da te e dalla tua musica?

Altra bella domanda,sinceramente questo non lo sò,non so dirvi se ci sarà un altro mixtape,o un altro disco,o dei singoli,sò solo che non posso smettere. E che mai dalla mia voce uscirà un qualcosa di costruito,parlare attraverso il rap è un punto cardine della mia espressione,perciò aspettatevi solo la più bruta sincerità,come tutti a parer mio,dovrebbero fare.

Federico

Steek nasce in un piccolo paesino della Sardegna negli ’80 per poi emigrare con la valigia di cartone e una sfilza di dischi hip-hop nella capitale. Durante la seconda metà degli anni ’90 viene folgorato dalla cultura hip hop in tutte le sue forme e discipline, dapprima conoscendo il rap Made in USA, arrivando poi ad appassionarsi al rap Made in Italy grazie ad artisti storici, quali: Assalti Frontali, Otr, Colle der fomento, Sangue Misto e molti altri. Fondatore della page “Il Rappuso” che lo porta a collaborare con tutta la scena rap underground italiana, mette la sua voce e la sua esperienza al servizio di LOWER GROUND con la trasmissione che prende il nome dalla sua creatura “IL RAPPUSO”.

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